I milioni di tifosi che sbarcheranno a Doha in queste settimane finiranno per imbattersi, prima o poi, nella Asia Champions 2019 Street. La vecchia 999 Street, soppiantata di recente dall'intitolazione in onore della squadra qatariota, diventata campione d'Asia a suon di gol tre anni fa contro ogni pronostico. Nel calcio, così come in tutti gli altri sport, il Qatar non ha mai avuto grandi tradizioni e ambizioni, ma l'assegnazione di questo Mondiale - risalente al dicembre 2010 - ha contribuito a dare una forte accelerata al progetto tecnico dal punto di vista calcistico, costruito tutto attorno ad Aspire Academy. In sostanza un laboratorio messo in piedi grazie a risorse economiche pressoché illimitate (le stime parlano di 1,3 miliardi già spesi) nella zona di Al Rayyan su una superficie di oltre 250 ettari. Da qui sono usciti gli attuali campioni d'Asia in carica come Almoez Ali, Akram Afif, Abdelkarim Hassan e il portiere Saad Al Sheeb. Oltre a un certo Mutaz Essa Barshim, medaglia d'oro alle ultime Olimpiadi assieme a Tamberi nel salto in alto nonché fratello di Meshaal, portiere convocato dal Qatar per questi Mondiali.
Con lo scopo di creare in casa i campioni del futuro, presso l'Aspire Academy si allenano anche i ragazzi tra i 6 e i 18 anni, ma i campioni di adesso possono contare sul Khalifa International Stadium (ospiterà otto partite del Mondiale) e sull'Aspire Dome, l'impianto sportivo polivalente al coperto più grande del mondo. Ci sono inoltre sei campi da calcio all'esterno e uno indoor, una piscina olimpionica e una per i tuffi, una pista d'atletica accreditata dalla World Athletics, undici campi da tennis, due palestre, tre laboratori scientifici e un ospedale di primo livello con focus sulla scienza dello sport. Un vero e proprio paradiso per le ambizioni sportive, anche se il sito ufficiale narra pure la prospettiva legata al percorso educativo da parte di chi lo frequenta: «I nativi arabi imparano l'inglese, gli studenti non arabi usufruiscono dei corsi di arabo e studi islamici. L'ambiente di apprendimento è basato sulla cultura e sui valori islamici, ma allo stesso tempo si sviluppano rispetto e tolleranza per altre culture e idee». Questo almeno è lo spot online, per la verità lontano dalla realtà viste le molte restrizioni in tema di diritti.
Degli attuali convocati per il Mondiale almeno il 70 per cento è passato da questo gigantesco laboratorio. Qualcuno è stato anche naturalizzato in tutta fretta, come successo al sudanese Almoez Ali, bomber della squadra padrona di casa con ben nove reti siglate nella Coppa d'Asia del 2019 e un totale di 41 gol in 85 apparizioni.
Era dal 1934 (in quel caso l'Italia) che il Paese ospitante non era allo stesso tempo debuttante in un Mondiale e il Qatar - in ritiro permanente da giugno per preparare questo appuntamento - sogna il passaggio agli ottavi. Domani c'è l'Ecuador, poi Senegal e Olanda all'ultima giornata per tentare il grande colpo.
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