
La tigre graffia sempre due volte. Aggiornate i trattati di etologia perché su al Colle, nel suo terreno di caccia, Federica Brignone ha mostrato il significato di febbre per la vittoria e ieri al Sestriere si è presa anche gara due. Due giganti, quattro manche, un capolavoro per salire a quota 34 vittorie, come i suoi anni. Di più: scomodate la cabala per questo settimo sigillo stagionale, mai successo prima e per quelle 16 vittorie in gigante, una in più di Alberto Tomba, il messia azzurro dello sci che, ieri, per incornarla di nuovo, si è fatto aiutare anche da Deborah Compagnoni, la più amata e vincente, nell'era a.B, ante Brignone.
Ora c'è una nuova Fede: segni particolari? Quel 999, numero angelico con cui il vicebrigadiere di La Salle si è issata in testa alla coppa generale, con 190 punti di vantaggio su Lara Gut Behrami che ieri, però, si è svegliata dall'incantesimo che l'aveva addormenta anche al mondiale, chiudendo seconda (77/100). La battaglia finale sarà a due, fra loro due. Guai a chiedere alla tigre di fare i conti: il dominio sta in questo stato di grazia e cristallo che lei intende portarsi ora in Scandinavia, nelle prossime due tappe, per poi tornare a casa, davvero, in quel di La Thuile, prima di spiccare il volo finale dove trovare sì l'America anche al traguardo. Progetto Fede: «Vivere gara per gara, stare nel momento, non inventarsi nulla perché nello sci non serve. E non chiedetemi più se il mio sogno è fare la portabandiera ai Giochi 2026. Ci tenevo semmai a fare bene in Italia, in queste due gare, con l'influenza, e non è stato facile».
In palio per ora c'è ben altro. Come ieri, quando Brignone, sotto ad un Sestriere bigio ed ingannevole, ha giocato bene e d'astuzia: quarta a meta gara, in una run strettissima, con 15 atlete racchiuse in 1, Brignone ha illuso tutte e si è scatenata alla ripresa. Col miglior tempo di manche si è lasciata dietro, oltre a Gut, anche le 11 primavere in meno di Alice Robinson (79/100), la rookie che ha imparato a vincere: dal podio non scende più e nel ranking di gigante precede Brignone di 40 lunghezze: occorre andare con ordine e per priorità. Ieri il cielo poteva tingersi di un doppio azzurro anche grazie a Sofia. Scende la Goggia: ma che fa? Col secondo tempo di manche, recupera 13 posizioni e si ferma ai piedi del podio (119). E per una volta quel quarto posto brucia di meno: «Ero troppo lontana». Priorità, appunto, che per la bergamasca significa tornare ai vertici anche in gigante. Sesta Colturi, fuori Bassino, non si qualificano alla seconda né Shiffrin né altre azzurre. Ci si deve pensare, ma forse non oggi. Al Colle va in scena uno slalom (Tv 9.
15 e 12.15).Intanto a Crans Montana, dove oggi c'è un superG (Tv 10.15), la discesa ha incoronato un tris casalingo di svizzeri: l'iridato Von Allmen su Odermatt e Monney con Florian Schieder quinto e Domme Paris, ottavo.
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