Il fenomeno imperfetto messo a nudo dalla Rossa

Nelle ultime stagioni, l'uomo, si era un po' spento. Qualcuno dice dall'uscita di strada nel Motodrome di Hockenheim quando, con in tasca un contratto appena rinnovato da 100 milioni per tre anni, aveva gettato via l'occasione mondiale

Il fenomeno imperfetto messo a nudo dalla Rossa

Nelle ultime stagioni, l'uomo, si era un po' spento. Qualcuno dice dall'uscita di strada nel Motodrome di Hockenheim quando, con in tasca un contratto appena rinnovato da 100 milioni per tre anni, aveva gettato via l'occasione mondiale. Era l'anno 2018, Marchionne in fin di vita, il titolo da accarezzare e sognare per davvero. Sbagliato. L'uomo Sebastian si era spento molto molto prima. Dall'arrivo in Ferrari. Colpa di quel suo essere un fenomeno imperfetto, pilota talentuoso di velocità pura ma lacunoso per carattere e carisma. Aspetti dell'animo che in Ferrari contano come il piede pesante. La Red Bull mezza fuorilegge con cui aveva vinto quattro-mondiali- quattro di fila ne aveva liberato le doti e nascosto i limiti. Le stagioni a Maranello l'hanno invece messo a nudo. L'angelo demone Leclerc ha poi fatto il resto.

Ora la Ferrari ha di fronte il nulla di un campionato che ancor oggi non si capisce come e quando e se veramente partirà, e il tutto di una platea di piloti modesti a cui attingere. Romanticamente, verrebbe da dire tutta la vita Antonio Giovinazzi. Perché attende, perché italiano, perché già di famiglia, perché bravo ragazzo di casa nostra che tanto ci emozionerebbe. Però nel mondo crudele a 300 all'ora qualcosa non ha dimostrato. Meriterebbe di farlo adesso. Solo che si trova al cancello di una Ferrari in emergenza agonistica che le occasioni, semmai, le concede a se stessa. Arriverà con ogni probabilità Carlos Sainz junior, figlio di papà con talento minore del genitore e anche di Vettel, ma con il carattere forte che Seb non ha mai avuto. Arriverà con 53 vittorie e quattro mondiali in meno di chi va a sostituire. Acerbo il giusto per stare accanto a Leclerc pupillo per meriti acquisiti in pista, ma veloce e tosto il giusto per fare in modo che il monegasco non si adagi mai.

La scelta Ferrari, se così fosse, ricorderebbe quella fatta nel 2008 dalla McLaren.

Via il plurititolato re Alonso per dare aria e spazio al giovane pupillo Hamilton che gli aveva dato filo da torcere al primo anno. Lewis venne affiancato dal veloce il giusto e tosto il giusto Heikki Kovalainen. Hamilton quell'anno vinse il suo primo mondiale.

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