nostro inviato a Monza
Gli occhiali per nascondere il ghiaccio dei propri occhi. Ghiaccio sciolto e commosso, stavolta. Pole a Monza. “Sono felice, non potevo scegliere un posto migliore per fare la pole e adesso speriamo per domani, di poter chiudere la gara nella stessa posizione”. Sì. Kimi Raikkonen non poteva scegliere un posto e un momento migliori per tornare alla pole dopo 462 giorni, regalando la prima posizione al Cavallino dopo otto anni, dai tempi di Alonso, e una prima fila rampante che nel Gp d'Italia mancava da diciotto anni. Delusione per Vettel, davanti a lui in pista nel giro di qualifica, forse a regalare un briciolo di scia al compagno, fatto sta, per lui solo una pole temporanea, durata lo spazio di un respiro, che lo tradisce spingendolo a urlare “yes” di felicità prima di sentire il suo ingegnere avvisarlo che no, “sei secondo, in pole c'è Kimi...”. “E allora ne parleremo dopo” la sua risposta secca. Parole sincere a cui seguiranno quelle diplomatiche, podo dopo: “Bene per la squadra, certo però un po' mi dispiace...”.
Raikkonen non poteva scegliere momento migliore per centrare la pole, visto che c'è un mondiale da raddrizzare e per lui, soprattutto, un contratto da rinnovare: adesso ha il coltello dalla parte del manico. Anche se tutto lascia presagire che molto sia già deciso, dalle lacrime della moglie e il suo abbraccio con Arrivabene, alle belle parole del neo Ad Camilleri di ieri, “Kimi è un grande amico, lo conosco da tanti anni...”. Però a caldo il finlandese l'ha detto chiaro e tondo: “Domani voglio finire la gara nella stessa posizione”. Sarà dura cedere il posto al compagno. Per farlo servirà molto più che un messaggio radio.
Q1 – Pronti e via e Raikkonen e Vettel si alternano in vetta giro dopo giro fino ad acquietarsi con il tedesco e il finnico rispettivamente primo e secondo, distanti il respiro di 180 millesimi. Dietro di loro, neppure di un decimo, Lewis Hamilton, costretto per la prima volta in quattro anni a faticare qui a Monza dove è reduce da quatto pole di fila, tutte quelle dell'Era ibrida della F1.
Q2 – Tempo da urlo il giro di Hamilton, 1.19.798, primo nella storia a scendere ufficialmente sotto il muro dell'uno e venti a Monza, subito cancellato da Sebastian, 1.19.795, migliorato nel secondo tentativo in 1.19.629. Dunque, sempre più vicino quell'1.19.525 realizzato da Juan Pablo Montoya con la McLaren nel 2005 durante i test estivi (all'epoca si potevano fare ed erano una festa per il pubblico italiano). Quel giorno il colombiano girò alla media di 262,220 con punta massima di velocità oltre i 370. Fatto sta, 129 millesimi separano nel Q2 i due litiganti del mondiale.
Q3 – Pole di Vettel, pole di Raikkonen, pole di Hamilton con l'inglese davanti per la prima volta nel week end. 1.19.390, 69 millesimi più veloce di Raikkonen (1.19.459), davanti di 38 millesimi a Sebastian. Fatto sta, tutti e tre hanno disintegrato il record antico di Montoya, ma Seb si è preso un decimo da Lewis. Distante il resto del mondo, a cominciare da Bottas, sei decimi. E non è finita. Secondo tentativo con il finlandese della Mercedes in pista davanti a Hamilton per regalargli la scia.
Finisce come non te lo aspetti: davanti a tutti si issa il pilota più in bilico: Kimi Raikkonen. Uno diciannove 119 il suo crono. 161 millesimi meglio di Seb, prima fila tutta Ferrari, Hamilton dietro di 14 millesimi al tedesco. E pole numero 20 a Monza per la Ferrari.
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