Ferrari e Vettel, c’eravamo tanto amati: come sempre in un divorzio, inutile cercare le colpe. Quello che è certo, è che nella proposta di rinnovo per il 2021 a pesare sul ridimensionamento non è stato solamente il Coronavirus.
Più di una volta Binotto e la scuderia hanno fatto quadrato attorno al campione del mondo, arrivando anche a sacrificare Leclerc: l’ultima durante il pit-stop di Singapore, dando precedenza a Vettel in maniera inusuale viste le posizioni.
Lo stesso team principal Ferrari ha indicato negli ultimi anni il campione tedesco come prima guida del team, mettendo in non poco imbarazzo l’astro nascente di Monaco durante il 2019.
Questo fino al Natale: attraverso il rinnovo del contratto per ulteriori cinque anni siglato a Leclerc si era capito che il vento a Maranello iniziasse a cambiare, con l’intento di scommettere sul giovane campione cresciuto dalla Ferrari Driver Academy.
Una scelta inevitabile, guardando al passato: Vettel ha avuto le sue possibilità di vittoria in cinque anni, e l’amore dichiarato in lungo e largo per la Rossa non è bastato a fargli mantenere il pantagruelico contratto strappato a Marchionne nel lontano 2017. Altri tempi e meno sviste alle spalle.
Gli errori del 2017 e del 2018 pesano come un macigno, tanto che a difenderlo dagli attacchi della stampa era intervenuto addirittura Lewis Hamilton nell’ottobre 2018. “Penso che i media dovrebbero mostrare un po' più di rispetto per Sebastian… Ci si dovrebbero aspettare che essendo umani, si possano compiere degli errori” aveva twittato l’inglese.
2017
Il carattere mediterraneo di Vettel, come più di una volta l’aveva etichettato lo scomparso Marchionne, esce allo scoperto nel G.P. dell’Azerbaijan: Vettel inviperito con Hamilton che frena bruscamente si affianca e gli dà una spallata con la monoposto. Dieci secondi di stop and go e soprattutto una convocazione dalla FIA.
Imbarazzo da parte della Ferrari, sconcerto per la mossa da parte di un quattro volte campione del mondo che perde le staffe troppo facilmente.
A Singapore è il disastro completo: scatta dalla pole ma parte male. In un disperato tentativo di contenere gli altri, carambola contro Raikkonen e Verstappen e mette fuori gioco entrambe le Ferrari spianando la strada a un Hamilton in difficoltà, che ringrazia nuovamente.
La stagione più favorevole per il titolo viene in pratica gettata alle ortiche con questo “punti: Zero”.
2018
Francia, circuito del Paul Ricard: Vettel partito in terza posizione si gioca immediatamente le possibilità di vittoria venendo al contatto con Valtteri Bottas. Chiuderà faticosamente quinto, mentre Hamilton mette una prima ipoteca sul mondiale.
Nella gara di casa, a Hockenheim, Sebastian si deve ritirare. Sbaglia mentre è al comando uscendo di pista: Lewis intanto, come un cannibale, approfitta della debolezza del rivale a va a prendersi una vittoria dopo essere partito dalla quattordicesima posizione.
Monza e gli Stati Uniti evidenziano una problematica psicologica per Vettel.
Il Gran Premio d’Italia viene segnato nelle qualifiche dall’annuncio, da parte di Elkann, del mancato rinnovo a Raikkonen. Il pilota finlandese sulla spinta emotiva strappa la pole al compagno di scuderia e alla prima staccata lo tiene dietro.
Vettel non se lo aspetta, rimane chiuso in una morsa tra lui e Hamilton che non sperava di meglio.
Alla Variante della Roggia prova l’attacco, i due si toccano: il ferrarista ha la peggio, danneggia il musetto e va in testacoda. È probabilmente la più grande disfatta ricordata dal popolo ferrarista, mentre il campione finlandese per decine di giri tiene lucidamente dietro l'inglese, se pur con gomme ormai al limite.
Durante il successivo Gran Premio delle Americhe, Vettel si tocca con Daniel Ricciardo: nuovamente testacoda, nuovamente sprofondato a fine classifica. Chiuderà al quarto posto, in quella che rimane una delle migliori gare dell’ex compagno Kimi Raikkonen, vincitore in grado di tenere alle sue spalle Lewis Hamilton.
Le parole su chi sarebbe dovuto rimanere in Ferrari nel 2019 si sprecano, al punto che Mauro Forghieri, ex direttore tecnico di Maranello per anni, si sbilancia pubblicamente proponendo una coppia Kimi-Leclerc.
Colpo di grazia per la stagione, il contatto con Verstappen a Suzuka: nel quint’ultimo Gran Premio stagionale il pilota tedesco è furente per la pessima qualifica, realizzata a causa della scelta errata di gomme da parte del muretto. Vettel rimonta immediatamente posizioni, poi si butta in un sorpasso sull’olandese forse figlio della disperazione, e i due si toccano. E’ il definitivo Game Over stagionale.
2019
L’anno del confronto con il giovane arrembante monegasco non ha pietà per il campione tedesco: sette pole position contro due, due vittorie (tra cui Monza) contro una sola, 268 punti finali contro 240.
Il tutto mentre Sebastian va in testacoda in Bahrain dopo esser stato superato da Hamilton, tampona Verstappen a Silverstone e va in testacoda (nuovamente) a Monza mentre Leclerc vince.
Il campione diventa via via sempre più opaco come il rosso della sua Ferrari, distante anni luce da quello vittorioso del periodo Red Bull. La favola del campione tedesco in Ferrari, per adesso, difficilmente potrà ripetersi.
La versione di Vettel
Secondo il sito tedesco f1-insider, affidabile nelle speculazioni sul Circus, le vere colpe del divorzio non sarebbero solo i soldi e il contratto annuale, ma ben altre e più gravi. Due in particolare: la prima riguarderebbe la politica interna del team. Secondo Vettel troppo contro di lui, per via di Leclerc gestito dal figlio di Todt, ex Ferrari e attualmente presidente FIA.
La seconda, ancora più grave, la perdita di fiducia nelle capacità di Maranello rispettando le regole. Più volte ne avevamo parlato. Per ultimi, si vedano gli screzi non promulgati con la FIA che hanno causato la ribellione, poi in parte rientrata, dei rivali.
Probabile sembrerebbe invece il suo passaggio in Mclaren:
il ritorno di Mercedes come loro motorista, la rende potenzialmente prima squadra per i tedeschi in caso di ritiro dal mondiale e la proietta nuovamente tra i top team. La speranza mondiale, in cuor di Sebastian, non è ancora svanita.
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