Formula1, tutti contro Ferrari e FIA: non a sorpresa, sette team avversari hanno stamane rilasciato un comunicato sulla conclusione dell’inchiesta riguardante la power-unit di Maranello.
Andiamo in ordine: a dare il via alle polemiche fu, nell’aprile 2019, la Red Bull. Il team principal Christian Horner aveva sibillinamente accusato la scuderia italiana, indicando come “il carburante nel garage della Rossa odori di succo di pompelmo”.
Poi calò il silenzio, fino al Gran Premio di Austin, dove le prestazioni della Rossa diminuirono per colpa della nuova direttiva TD38/19 emanata dalla FIA, secondo alcune malelingue. A fomentarla con decisa enfasi, furono in particolar modo le parole di Max Verstappen: “È quello che succede quando smetti di barare, ovviamente”.
Il polverone che si creò venne contenuto da Mattia Binotto, che in non troppa separata sede chiese spiegazioni al team principal del pilota olandese: il battibecco venne ripreso dalle telecamere e la cosa finì così, nello stupore generale di una mancanza di intervento serio da parte dei vertici alti della Ferrari.
Silenzio sulla novella mediatica fino al 28 febbraio 2020, quando la FIA rilascia una nota in cui si indica come “conclusa” l’indagine sulla PU Ferrari avviata alcuni mesi prima. Nota particolare, in cui testualmente si legge nello specifico: “La FIA annuncia che, dopo approfondite indagini tecniche, ha concluso la sua analisi sul funzionamento della Power Unit Ferrari e ha raggiunto un accordo con il team. Le specifiche dell'accordo rimarranno tra le parti”.
Questo alone di mistero diventa quantomeno sospetto: non viene indicata la regolarità o meno del propulsore o del flussometro, più volte indicato sottobanco come principale indiziato di funzionamenti “in zone grigie del regolamento”. Dalla stampa sportiva tedesca in particolare, si giustifica questo accordo in quanto le informazioni sull’eventuale illecito sportivo sarebbero arrivate alle scuderie avversarie da una talpa interna: se Ferrari avesse deciso per una causa civile, avrebbe potuto vincerla per violazione dei segreti aziendali. Diverso il caso in cui la presunta talpa fosse andata direttamente dalla FIA, cosa non avvenuta.
Lo striminzito comunicato, le scarne informazioni condivise e il nulla di fatto apportato dall’indagine, ha però creato una sollevazione popolare da parte di tutti gli altri team non motorizzati Maranello:
Seven #F1 teams have released a joint statement regarding the conclusion of the FIA's investigation into the Scuderia Ferrari power unithttps://t.co/p4peLGJBKK
— Formula 1 (@F1) March 4, 2020
“Sorpresi e scioccati” e ancora “ ...l’organo regolatore di uno sport internazionale ha la responsabilità di agire con i più alti standard di governo, integrità e trasparenza.
Dopo mesi di indagini intraprese dalla FIA solo a seguito di domande sollevate da altre squadre, ci opponiamo fermamente al fatto che la FIA raggiunga un accordo di transazione confidenziale con Ferrari per concludere la questione.
Pertanto, dichiariamo pubblicamente il nostro impegno condiviso a perseguire la piena e corretta divulgazione in materia, al fine di garantire che il nostro sport tratti tutti i concorrenti in modo equo ed equo. Lo facciamo per conto dei fan, dei partecipanti e delle parti interessate della Formula 1.
Inoltre, ci riserviamo il diritto di proseguire per vie legali, nell'ambito del giusto processo della FIA e dinanzi ai giudici competenti”.
La levata di scudi delle squadre avversarie, sembra indicare tutto tranne la conclusione di questa ormai lunga e triste vicenda collegata alla power unit di Maranello. Dopo le problematiche sul Coronavirus e il possibile rimando del campionato 2020, una più grave tegola si appresta a colpire il Circus della Formula1.
Ma soprattutto quello della credibilità Ferrari.
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