Una sceneggiata. Si può definire così, per evitare altre piccanti definizioni, la decisione dell'under 21 di schierare ieri sera in conferenza-stampa Gigio Donnarumma, finito al centro di un intrigo internazionale, vietandogli però di affrontare l'argomento del giorno: il contratto col Milan, insomma e di chiarire il giallo del giorno prima. «Sono qui solo per dimostrare che sono sereno e penso solo alla semifinale con la Spagna nonostante il putiferio accaduto intorno a me» è il ritornello del portiere azzurro sorvegliato da Gigi Di Biagio, pronto a minacciarlo di multa in caso di frasi sulla vicenda. Concesse solo due pillole da Donnarumma. La prima sui social: «Forse tornerò a usarli, mi divertono». La seconda sulla contestazione: «Non mi ero accorto che fossero dollari falsi». Si è svegliato anche Carlo Tavecchio, il presidente della federcalcio promettendo un intervento per delimitare il potere eccessivo dei procuratori. Mala tempora currunt, Raiola. Da segnalare una coincidenza: Donnarumma nel riferire del suo caso usa lo stesso sostantivo utilizzato nel post di Instagram, «putiferio». È suo dunque quel posto, altro che hacker.
Il corto circuito mediatico che ha precipitato Donnarumma in una farsa e il suo agente Mino Raiola in un vicolo cieco, hanno perciò bisogno di una veloce ricostruzione. Che non può non partire da Cracovia, sera di sabato 24 giugno, quando accade un banale episodio. Gigio Donnarumma esce dal prato evitando la richiesta di un bambino. Il fotogramma, finito sui social, diventa un'arma contundente per prenderlo di mira. Infastidito, il giovane portiere azzurro risponde per le rime su twitter e fa sapere d'aver richiamato nello spogliatoio il bambino donandogli autografo e foto, «basta infangare gratuitamente» chiosa per ribellarsi al fiume di fango che gli è precipitato addosso. Scena numero due, domenica 25 giugno: Enzo Raiola, cugino di Mino e suo sorvegliante, presente a Cracovia, incontra i giornalisti al seguito dell'under 21 e rincara la dose contro il Milan e la visita di Montella a casa della famiglia Donnarumma. Non solo ma per smentire voci di rottura tra Gigio e l'agente gli suggerisce quel tweet che riapre il fronte delle polemiche: Donnarumma-Raiola: ieri, oggi, domani!!.
A quel punto si scatena un altro putiferio che spinge Gigio, per la prima volta, a uscire allo scoperto e a postare su Instagram un messaggio articolato e completo che ottiene il prodigioso risultato di trasformare i veleni in applausi a scena aperta da parte del popolo rossonero. I successivi passaggi sono le puntate di un autentico poliziesco. Al post appongono il mi piace il fratello e il cognato di Gigio, segno che la famiglia approva e sottoscrive la virata sulla conferma nel Milan quindi piomba la notifica di account instagram chiuso per hackeraggio. Gli esperti smontano la tesi: l'eventuale azione esterna non avrebbe consentito al titolare di rientrare, la password sarebbe stata inutilizzabile.
Di qui il primo vero strappo tra Raiola e la sua famiglia. Perciò in piena notte l'agente cinguetta dopo l'europeo incontro col Milan che è la conferma solenne della volontà di Gigio. A definitivo sigillo del cambio sostanziale di rotta c'è anche un altro indizio e cioè la partenza di Alfonso Donnarumma, il papà di Gigio, il capo-famiglia, per la Polonia.
Dietro il banale viaggio per assistere alla semifinale con la Spagna si cela il proposito della famiglia di assumere la regia della vicenda visti i danni impressionanti all'immagine e alla serenità del figliolo provocati dalla sconsiderata tattica di Mino. Perciò sotto il cielo della Milano rossonera è tornato l'ottimismo.
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