È un giro di addii. Dopo il Giro e gli annunci di Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde, che a fine stagione appenderanno la bicicletta al proverbiale chiodo e in attesa che qualcosa decida anche l'ottavo classificato, Domenico Pozzovivo, è Tom Dumoulin a dire basta. Il corridore olandese, vincitore del Giro 2017 (2° nel 2018, ndr), nonché secondo al Tour (2018, ndr) e sesto ad una Vuelta (2015, ndr), con due argenti olimpici nelle prove contro il tempo (Rio e Tokyo, ndr) un oro e due argenti e un bronzo mondiale sempre nelle prove tic tac, ha annunciato ieri il suo ritiro definitivo dal ciclismo con una lettera aperta affidata ai social.
Un annuncio che in tanti si aspettavano e che dopo la delusione del Giro d'Italia (ritirato alla 14° tappa, ndr) è diventato realtà: «Con molta pazienza e un allenamento graduale, sono convinto di poter tornare al massimo delle mie potenzialità sulla bici ha scritto -. Ma quella sarebbe una strada lunga e che necessità di molta pazienza, senza garanzie di successo. Scelgo di non intraprendere quella strada, ma di abbandonare invece il mio ciclismo nelle gare e di intraprendere un percorso nuovo e sconosciuto». La "Farfalla di Maastricht" si era già fermata a fine del 2020, quando aveva deciso di prendersi un lungo periodo di pausa dalle corse, avvolto da dubbi e da quel male oscuro che sempre di più tocca la mente e i cuori di atleti di vertice. «Non vedo l'ora in particolare di essere ai Campionati del Mondo in Australia ha aggiunto -, dove desidero dare il meglio di me stesso nella cronometro per un'ultima volta.
Non so ancora cosa voglio fare dopo la mia carriera di ciclista, ma so che resterò legato al mondo del ciclismo in un modo o nell'altro».Dumoulin si congeda a soli 31 anni, ricordando come il ciclismo sia fatica e dolore, ma non motivo di pentimento. « è stato bellissimo e non me lo sarei perso per niente al mondo! Grazie, grazie, grazie!». A te, Tom.
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