Giroud riporta il Milan a veder davvero le stelle

Il francese, doppietta, e Krunic piegano il Salisburgo. Rossoneri dopo nove anni agli ottavi di Champions. La squadra di Pioli non sbaglia due volte

Giroud riporta il Milan a veder davvero le stelle

Milano - Toc toc: dopo 9 anni di malinconico isolamento domestico, il vecchio Milan, un tempo padrone e attore protagonista della Champions, bussa alla porta dell'Uefa e taglia il traguardo della qualificazione agli ottavi della coppa dalle grandi orecchie. Più del guadagno economico - che di questi tempi non è da disprezzare - conta il credito internazionale recuperato centrando questo primo traguardo della stagione. Iscriversi al club delle 16 sorelle è una conferma che lo scudetto di qualche mese fa non fu impresa isolata. Si ripresenta da secondo dietro il Chelsea, può incontrare una delle stelle continentali, sarà un ulteriore test per documentare il suo ritorno nella nobiltà calcistica.

Due gol di Giroud, uno di Krunic e l'ultimo di Messias sul gong schiantano il Salisburgo che nel primo tempo avrebbe meritato più dello 0 a 1. Si rimargina così la ferita per la sconfitta di Torino.

Il Salisburgo, questo il suo merito, non si lascia intimidire dal clima di San Siro. Ha la maturità documentata dal recente passato (già superato il girone nella scorsa edizione) per presentarsi sfacciato e aggressivo al cospetto del Milan, è capace di sorprenderlo una, due, tre volte, specie dalla parte sinistra dello schieramento offensivo. Pioli si sgola per posizionare meglio le sue pedine che risentono di qualche errore tecnico banale, tipo Kjaer o lo stesso Tomori. Intendiamoci nella contabilità della prima frazione luccicano, per i rossoneri, il palo scheggiato subito da Theo Hernandez, il gol di testa firmato Giroud (da angolo di Tonali), il raddoppio del francese annullato per un ginocchio in fuorigioco e l'assolo di Leao, rintuzzato da un provvidenziale recupero difensivo austriaco. Nel frattempo il Milan balla la rumba appena il Salisburgo riparte a testa bassa. Almeno un paio i rischi corsi: di Tomori l'intervento, in scivolata, decisivo, per deviare un tiro di Kjaergaard liberato in area, di Tatarusanu l'uscita provvidenziale per togliere la luce della porta ad Adamu. Discusso verso la mezz'ora l'intervento di Kalulu su Okafor in area che provoca qualche protesta degli austriaci: arbitro e varista concordano sulla tesi assolutoria. Qualche dubbio resta.

Nell'intervallo il Milan abbandona le amnesie e le paure tradite nella prima frazione e sgabbia, come ai bei tempi andati, dai blocchi della ripresa. In dodici minuti, artefice il miglior Bennacer, mette in banca il risultato, protagonisti in un caso Rebic nell'altro Leao: sul cross del croato e deviazione di testa di Giroud, Krunic si ritaglia un colpo di testa da bomber di razza per il 2 a 0, sulla giocata del portoghese che porta a spasso mezza difesa, Giroud artiglia il 3 a 0 col suo sinistro. Qui emerge il limite degli austriaci: la difesa è di carta velina.

Prima di uscire, acclamato dal San Siro, Leao

centra anche la traversa su contropiede lanciato da Theo. A quel punto Pioli può pensare anche allo Spezia di sabato sera e dar vita a qualche cambio indispensabile per risparmiare energie. Lo premia Messias col 4 a 0 finale.

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