«In discesa mi do un voto alto: credo di leggere meglio delle altre la pista. Per il resto sono stata scarsa, ma come squadra siamo le più forti al mondo». Ce n'è per tutte e innanzitutto per se stessa, nel pomeriggio norvegese di Sofia Goggia, qualche ora dopo aver conquistato la quarta coppa di discesa, la terza consecutiva.
Dopo 8 gare e 5 vittorie «cadute e due secondi posti come peggiori piazzamenti», SuperSofi gongola nel giorno in cui Mikaela Shiffrin si assicura la quinta coppa overall: «Felice di aver vinto con 209 punti su Ilka Stuhec». Un margine immenso, consolidato con il secondo tempo ieri, 29/100 dietro a Kasja Lie e 41/100 davanti a Corinne Suter, la sua rivale più acerrima.
Il nastro si avvolge al 2018, alla prima coppa vinta per 3 punti su una certa Vonn: «Allora dimostrai che una ragazza cresciuta sulle nevi di Foppolo poteva spodestare sua maestà».
Poi per la morale servono Le Notti Bianche di Fedor Dostoveskij, ultimo libro letto: «Anche le uova hanno qualcosa da insegnare alle galline». Prima o poi viene il tempo delle giovani: «Anche io non resterò imbattibile per sempre», spiega Goggia che, però, ha ancora molta fame.
I Giochi del 2026, «ma anche i Mondiali del 2027», perché con la rassegna iridata il conto è in sospeso: «Ho toppato io, arrivavo da un gennaio terribile, fra cadute, vittorie, ginocchia da siringare, una pausa a Dubai per inseguire il caldo, trovando pioggia».
Il tutto al netto della «manita», la mano rotta in gara a dicembre, nell'epico fine settimana di Sankt Moritz, «Insieme a Crans la mia vittoria più bella: da li però la stagione è stata condizionata».
E allora ecco i compiti delle vacanze: c'è un esame di Diritto internazionale all'università ma prima il superG di oggi (Dirette Tv alle 11), con Curtoni leader e Brignone ad inseguire: «A Soldeu farò anche gigante», perché le finali di quest'anno siano il prologo della prossima stagione:
«La coppa generale con una Shiffrin così è un miraggio, ma voglio tornare forte anche in SuperG». Come? «Ritrovando il gigante, le basi e la stabilità».Una campionessa «uova dopo uova», anzi ab ovo, dall'inizio alla fine.
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