Poche chiacchiere, Inter e Atalanta in testa, per una notte ma anche di più. Vittorie in trasferta, conferme sulla sostanza del lavoro di Inzaghi e Gasperini, squadre solide, una è campione d'Italia l'altra ha vinto la coppa Uefa, non trattasi di episodi fortunati e fortunosi ma la fotografia di una realtà tecnica superiore alle concorrenti. L'Inter ha spedito un avviso ai naviganti: puoi toglierle Lautaro e Calhanoglu ma i campioni d'Italia tornano da Verona pieni di gol e di punti in classifica, mai partita vera perché i veneti, in ritiro da ieri a sempre, già con la peggiore difesa della serie A si sono offerti generosamente alle azioni interiste che hanno così potuto dilagare e preparare mentalmente e fisicamente l'impegno di champions league contro il Lipsia che ha preso 4 gol dal modesto Hoffenheim. L'Atalanta ha due attaccanti con minore fama delle rivali ma di grande sostanza, Lookman e Retegui. A Parma ha costruito continuamente occasioni, ribadendo una condizione eccellente, prodotto delle idee di Gasperini però sempre ai limiti della buona educazione e dunque espulso. Dietro alle due il turno ha offerto l'oscenità di San Siro: Milan-Juventus hanno messo in scena lo spettacolo più brutto degli ultimi cento anni, il nulla assoluto, nel gioco, nel ritmo, nel numero di occasioni, una malinconica esibizione di due ex grandi squadre, con alcuni elementi fuori condizione, su tutti Koopmeiners anche febbricitante, annunciato come falso nueve ma poi comparsa di McKennie(!), roba piccola di tattiche paesane, mediocrità totale, compreso l'arbitro Chiffi.
Se il Milan non è riuscito a battere questa Juventus ridotta ai minimi, così ritrovandosi a -9 dall'Inter, qualcosa dovrà significare per Fonseca che però ha ammesso la noia; se la stessa Juventus ha ottenuto 7 pareggi su 13 partite qualcosa dovrà significare per Thiago Motta che invece si è detto felice. Pensa di essere ancora a Bologna.
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