Da ieri l'Italia ha un nuovo ct. Il sì di Luciano Spalletti è arrivato ieri nell'incontro a Firenze con il presidente Gravina e l'annuncio della Federcalcio ha dato il via al nuovo corso azzurro. «Fondamentali il suo entusiasmo e la sua competenza», ha commentato il n.1 Figc. È bastata meno di una settimana perché la Nazionale voltasse pagina dopo le inattese dimissioni da ct di Mancini. E la vicenda che aveva assunto i contorni di un romanzo storico manzoniano, con il tecnico toscano e la Federcalcio promessi sposi e quella clausola imposta dal Napoli a Spalletti con conseguenti strascichi legali che portavano a dire «questo matrimonio non s'ha da fare», avrà il lieto fine.
L'accordo è nel segno del tre come gli anni di contratto per il nuovo ct (dal 1° settembre ai Mondiali del 2026); come i milioni annui che entreranno nelle tasche di Spalletti - esclusi i bonus derivanti da eventuali accordi con gli sponsor come quelli del suo predecessore che in teoria potrebbero coprire gran parte dell'ipotetica penale -; come le nazionali su cui avrà la supervisione (A, Under 21 e Under 20, stesso schema previsto per Mancini); come i collaboratori in arrivo nello staff azzurro: il vice Domenichini, il preparatore atletico Sinatti e l'assistente tecnico Baldini. Via gli uomini del Mancio, restano Barzagli e Buffon, scelti da Gravina. La presentazione del ct non sarà la prossima settimana a Roma ma il 4 settembre a Coverciano nel primo giorno di raduno degli azzurri.
Ciò che non riguarda il campo sarà materia da avvocati che dovranno districarsi tra molteplici interpretazioni giuridiche con tempi inevitabilmente lunghi. Sempre che non prevalga la diplomazia, termine non proprio accostabile a De Laurentiis, deciso a non mollare sulla questione clausola. Ma a quel punto il lavoro del nuovo ct sarà già iniziato, magari con una qualificazione a Euro 2024. E in questo senso decisivo sarà il doppio impegno di settembre con Macedonia e Ucraina, al quale Spalletti arriverà di rincorsa con le preconvocazioni da effettuare entro lunedì. L'ex tecnico del Napoli ripartirà nel solco del 4-3-3 di Mancini, dando continuità al progetto tecnico con una filosofia calcistica votata al bel gioco. Stuzzica l'idea di veder riproposto in nazionale il calcio mostrato nell'ultima stagione dal suo Napoli tricolore e giudicato da Guardiola il migliore d'Europa.
E se Bonucci, Jorginho e Verratti rischiano il taglio, nella difesa le certezze sono il suo ex capitano Di Lorenzo e Di Marco con un reparto poco incline al difensivismo puro; nel centrocampo a tre non c'è un vero e proprio Lobotka come nel Napoli, con Tonali che potrebbe agire nel ruolo di regista ma con un uomo accanto, quindi in un 4-2-3-1, altro schema tattico di Spalletti.
La scommessa da vincere è quella del bomber, recuperando magari Immobile in un ruolo in cui ci sono anche Scamacca, Retegui e quel Raspadori che il nuovo ct ha utilizzato con i campioni d'Italia come vice del nigeriano. Poi i giovani in rampa di lancio, anche se il serbatoio degli azzurrabili continua a svuotarsi...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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