I calciatori di plastica trattati come figurine

I calciatori di plastica trattati come figurine

Il calciatore è un essere speciale. Soprattutto se abita la serie A. È sportivo, tartarugato, allenato, social, ricco, brutto o bello non importa perché con certi ingaggi si è solo belli. Ora, però, il calciatore è anche di plastica. Come non fosse realmente animato. Le figurine Panini s'incollano, i calciatori si schierano. E sono meglio delle figurine: perché in tre dimensioni e si muovono, giocano ma essendo composti di polimeri complessi risultano inattaccabili dai virus. Che meraviglia: il calciatore non si ammala. La scoperta è recente. La molecola dell'invulnerabilità è stata isolata nei laboratori della Lega calcio, sia in collegamento smart in conference call, sia in trasferta nei saloni del Coni.

Il pubblico, composto da passioni divergenti e salute cagionevole non potrà per un mese recarsi allo stadio per sacrosanti ragioni di sanità pubblica. E allinearsi finalmente al volere del governo è stata decisione buona e giusta benché tardiva. Proteggerà il popolo appassionato dalle insidie del coronavirus e i presidenti dei club da se stessi e dagli interessi inconciliabili. Però chi proteggerà i calciatori e i famigliari - sembra incredibile ma anche loro hanno parenti e amici nella vita reale - dal rischio di contrarre il virus? Calciatori che una volta scesi in campo sono tenuti, nell'ordine, a correre, dribblare, scartare, passare, cadere, saltare, colpire, sudare, sputare, spintonare, simulare, abbracciare, esultare, docciarsi, ciabattare negli spogliatoi e rapportarsi con gli staff dei rispettivi club. Di fatto, esponendosi ed esponendo altri. Forse i quattro casi di positività della Pianese Calcio in Serie C non hanno rappresentato un alert sul tema. O, più probabilmente, la recente scoperta della polimerizzazione del calciatore fa tanto comodo a tutti: presidenti, club, tifosi.

Uscendo dal paradosso, resta imbarazzante l'assenza della seppur minima riflessione su questo aspetto, estendibile, va detto, a tutti gli sport di squadra. Come se il problema non si ponesse. Come se questi ragazzi non avessero contatti col mondo reale. Come se davvero tutto il calcio fosse di plastica. Però questa non è una scoperta recente.

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