Ma i consigli di Buffon e Pirlo mal si adattano a quest'Italia

Il modulo suggerito dai senatori azzurri funziona bene nella Juventus. Conte però ha ali autentiche, Prandelli deve accontentarsi di un terzino

Ma i consigli di Buffon e Pirlo mal si adattano a quest'Italia

Cambiare è cosa buona e giusta. Specie se la prova precedente ha offerto solo ombre e nessuna luce. E se in gioco non c'è un semplice risultato da mettere nel cassetto dei ricordi sbiaditi ma addirittura la qualificazione agli ottavi del mondiale di calcio datato 2014. Cambiare è giusto e Prandelli ha scelto di cambiare. Ricorrendo alla formula che adottò nella sfida inaugurale del suo europeo al cospetto della Spagna campione del mondo in carica. Gli consentì di riportare a Cracovia un pareggio coi fiocchi e una dose industriale di auto-stima. Da quel momento in poi la sua Nazionale viaggiò col vento in poppa fino alla finale dove fu schiatanta più dal deficit fisico che dalla pur evidente superiorità spagnola. Questa volta il ricorso alla difesa a 3 made in Juventus offre il senso di un percorso inverso: serve a rammendare, a ricucire, a richiudere col chiavistello il portone e a rendere più sicuro il gruppo. La curiosità è la seguente: la richiesta di passare dalla 0difesa a 4 a quella a 3 è arrivata da Buffon e Pirlo che sono i due “mammasantissima” del club Italia a pochi mesi dal promesso cambiamento annunciato da Conte per il futuro bianconero in Champions league.

Qui c'è il mondiale da riconquistare e da lucidare quel profilo della maglia azzurra sul quale brillano le quattro stelle. Buffon e Pirlo hanno suggerito, Prandelli ha raccolto al volo l'indicazione e proceduto al restauro tattico.

Che è servito a rimettere in pista il trio più collaudato in materia difensiva: Barzagli-Bonucci-Chiellini, lo scioglilingua più efficace del campionato di casa nostra. Con una differenza che non deve apparire di poco conto: Conte è davvero l'unico tecnico in circolazione che difende davvero a 3, anche perchè Lichtsteiner e Asamoah sono tutto tranne che difensori aggiunti, scattano e attaccano come ali autentiche. Nel caso in specie, oggi a Natal, stadio Das Dunas, il Ct ai loro lati può schierare Darmian e De Sciglio. Il primo, nel passato a Palermo, e nell'attuale militanza granata, ha più volte ricoperto quel ruolo: ha l'abitudine, conosce i fondamentali di quel mestiere. Non si può dire lo stesso del milanista che è rimasto fuori dai giochi per acciacchi fisici e utilizzato, per capriccio di Seedorf, solo a destra, come laterale sulla linea dei quattro.

Non è la prima volta che un Ct preparato come Prandelli accetti i consigli provenienti dalla truppa, specie se portano la firma di due autorevoli componenti come Pirlo e Buffon. Anche Arrigo, che era gelosissimo delle sue prerogative, aveva la buona abitudine di ascoltare il parere dei senatori, Franco Baresi, Carlo Ancelotti. Quindi in discussione è la convenienza del registro tattico, non il metodo utilizzato. Bisogna sperare che non sia il segnale di una insicurezza di fondo, ingigantita dalls sagome grifagne di Suarez e Cavani. Il ritorno di Verratti, al fianco di Pirlo, invece è il riconoscimento pubblico dell'errore commesso con la Costa Rica: fuori l'abruzzese e dentro Thiago Motta, fermo come un palo e alla fine il più provato dalla temperatura. La presenza di Immobile al fianco di Balotelli è la seconda confessione del Ct che avrebbe dovuto già provare a schierarlo nella seconda sfida per confermare, con una mossa simbolica, il coraggio richiesto ai suoi con le dichiarazioni della vigilia. Immobile ha una caratteristica, coltivata di recente: può esprimersi al meglio allargandosi sulla sinistra.

Da quella posizione ha firmato il gol più spettacolare della sua striscia (all'Olimpico), in quella zona è finito regolarmente durante lo spicchio di partita giocato contro l'Inghilterra. Perciò toccherà sempre a Balotelli presidiare ancora l'area, affrontare i duelli rusticani con Godin (toh, chi si rivede) e magari liberare al tiro qualche centrocampista.

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