"I supporter della Lazio...". Di Battista fa il tifoso: gelo in studio

Marsiglia vietata ai supporter della Lazio. Di Battista in tv: "Siamo i tifosi della prima squadra della capitale"

"I supporter della Lazio...". Di Battista fa il tifoso: gelo in studio

Ai colpi di scena finali i grillini (ed ex) devono essere abituati. Qualche settimana fa l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi approfittò dell’ultimo intervento a Quarta Repubblica per attaccare, senza diritto di replica, il collega candidato Carlo Calenda. Stavolta invece tocca a Alessandro Di Battista, ex deputato, ex seguace di Grillo e ora alla ricerca di “consensi” per un nuovo soggetto politico. O quello che sarà. Ieri sera alla fine dell’intervista con Nicola Porro, Dibba ha parlato anche della decisione del ministro francese di vietare ai laziali l’ingresso Oltralpe. Facendo calare il gelo in studio e scatenando i commenti dei tifosi biancazzurri sui social.

I fatti sono noti: Lazio e Marsiglia giocheranno al Velodrome il ritorno dei gironi di Europa League e, come successo all’andata all’Olimpico, i tifosi ospiti non saranno ammessi allo stadio. Normale amministrazione, cui però stavolta si è aggiunta l’incredibile dichiarazione di Gérald Darmanin: “Lo spostamento individuale o collettivo, con ogni mezzo, di qualsiasi persona che si definisca tifoso della Società Sportiva Lazio, o si comporti come tale, è vietato tra i punti di frontiera stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali francesi, da una parte, e il comune di Marsiglia dall’altra parte”. In pratica basta mostrare una sciarpa della Lazio o “comportarsi da Laziale” (che poi, che vuol dire?) per essere fermati alla frontiera alla faccia della libera circolazione di Schengen. Immediata la reazione della Lazio che si dice “stupita” per le “modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni”. Una “offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa”, che chiede “un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia” per le “espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani”.

Commentando la notizia, Di Battista - che è aquilotto - si è detto “offeso per come sono stati definiti i supporter” biancocelesti. Poi però, tra il serio e il faceto, s’è lasciato andare ad una frase decisamente “garibaldina” per la tv: “I laziali non sono tutti fascisti. Anche perché sono i tifosi della prima squadra della capitale”. Ai meno avvezzi alle liti tra cugini a Roma, la frase sarà apparsa innocente. E invece è in grado di infiammare la sfida tra curve in città. Storia di vecchia data: la Lazio è nata nel 1900, la Roma qualche anno più tardi. Dunque i primi rivendicano di essere la “prima” e la “vera” squadra capitolina, i secondi dissentono.

Sui social la dichiarazione di Dibba ha scaladato i cuori biancazzurri: “Il presidente della Lazio è Di Battista, mentre il direttore sportivo è Marco Parolo”, scherza un tifoso. “Da questa sera lo adoro”, aggiunge Tony. Non un buon modo, però, per aggiudicarsi il voto degli elettori romanisti.

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