"I talenti bisogna saperli trovare e aspettare. Retegui e Kean sono l'esempio migliore"

Il bomber del mitico 4-3 Roberto Boninsegna: "Sì ai giovani di belle speranze"

"I talenti bisogna saperli trovare e aspettare. Retegui e Kean sono l'esempio migliore"
00:00 00:00

Dici Italia-Germania e subito ti vengono in mente due numeri: 4 e 3. Il 4 è per noi, il 3 è per loro. Già, perché la «Partita del Secolo» di Messico '70 la vinsero gli azzurri di Ferruccio Valcareggi. Che, per quel Mondiale, chiamò Roberto Boninsegna solo dopo lungo travaglio.

Domani Italia e Germani tornano ad affrontarsi. Certo, il fascino glorioso della sfida dell'Azteca è imparagonabile con una gara valida per «solo» per i quarti di Nations League, ma dopo tutte le traversie passate dalla vecchia nazionale di Spalletti, bisogna accontentarsi. Spalletti ci riprova con la pelle ancora bruciata dai roventi fallimenti di Euro 2024, ma anche con la speranza di aver ritrovato un attacco all'altezza grazie ai gol a grappoli di Retegui (27) e Kean (21) tra campionati, coppe e nazionale.

Boninsegna, in avanti non avremo fuoriclasse come «Bonimba», Riva, Rivera, Mazzola o Paolo Rossi ma, dopo tanto tempo di attaccanti «anemici», ci presentiamo con giovani capaci di metterla dentro...

«Retegui e Kean sono due talenti, fondamentali per le loro squadre di club. Spalletti ha fatto bene a metterli nel gruppo. Credo che Retegui partirà titolare e anche Kean è pronto».

Come mai l'Italia ha stentato a lungo a ritrovare bomber di valore?

«Ma il calcio ha i suoi cicli. Bisogna saper attendere e avere fiuto nell'individuare i giovani migliori».

Italia-Germania di domani le ricorda qualcosa?

«La memoria non può che andare al 17 giugno 1970 di Città del Messico. E a quel 4 a 3 entrato nella storia del calcio».

Oltre al suo gol dopo 8 minuti dal fischio iniziale e all'assist decisivo per Rivera che segnò la rete della vittoria, c'è un'immagine di quel match che l'è rimasta negli occhi?

«Non dovevo neppure esserci. Valcareggi si convinse a convocarmi in extremis solo dopo che Anastasi ebbe un malore. Ricevetti una telefonata, feci la valigia in fretta e partii...».

Però ne valse la pena.

«Nella semifinale vinta con i tedeschi e nella finale persa 4 a 1 col Brasile riuscii a far gol».

Ma è vero l'aneddoto di Schnellinger che al termine dei 90 minuti regolamentari segnò il gol del momentaneo pareggio mentre ormai si stava avviando verso gli spogliatoi?

«Quando lo ricontrai dopo un po', gli chiesi: Ma tu, difensore, cosa ci facevi lì davanti all'ultimo minuto?. E lui: Pensavo che fosse finita, stavo andando verso gli spogliatoi...».

Lei si mise a ridere?

«No.

Lo ringraziai seriamente. Senza quel suo gol del pareggio al termine dei tempi regolamentari, non ci sarebbero stati i supplementari. E ora all'Azteca non ci sarebbe quella targa che commemora la nostra Partita del Secolo»

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica