Verona Doveva essere la gara giusta per alleggerire una settimana impegnativa, invece ieri la Lazio si è bloccata ancora, lasciando nel freddo di Verona due punti pesantissimi e scivolando al quinto posto, scavalcata dal Milan. Sì, perché la squadra di Inzaghi arrivava alla sfida con il Chievo dopo due gare deludenti: il pareggio in casa proprio contro i rossoneri decimati e la sconfitta a Cipro contro l'Apollon. Due risultati non buoni, ma che comunque non avevano compromesso il cammino in campionato e in Europa. Per questo motivo, più che di crisi, negli ultimi giorni si è parlato di malumore in casa biancoceleste, che si sperava di scacciare al Bentegodi. Invece contro il Chievo è arrivata un pareggio amaro e il malumore aumenta, perché a fine anno questi mezzi passi falsi potranno incidere tantissimo. La squadra di Inzaghi è una lontanissima parente di quella splendida ammirata la scorsa stagione: poche idee in fase offensiva e qualche disattenzione di troppo quando si tratta di difendere. Un numero su tutti fa capire che qualcosa si è in inceppato: rispetto ad un anno fa esatto, la Lazio ha segnato 16 gol in meno, 36 contro 20, una differenza difficile da spiegare per una squadra così simile all'anno scorso (c'è il solo Acerbi al posto di De Vrij nell'undici titolare tipo), ma così diversa in campo. In più, preoccupa l'annata di Milinkovic-Savic: irriconoscibile dal giocatore devastante dell'anno scorso. Non può contare sempre e solo su Immobile (oltre al gol, anche un palo): se vuole la Champions, la Lazio è chiamata a fare qualcosa in più.
Per una squadra che deve ritrovarsi, ce n'è un'altra invece che sembra aver imboccato la strada giusta. La medicina Di Carlo, infatti, ha avuto subito effetto sul Chievo, che in tanti davano già per spacciato. Sette giorni fa l'incredibile pareggio con il Napoli, ieri una prestazione di carattere contro la Lazio.
Due punti in due gare difficilissime: dopo l'addio di Ventura, nemmeno il tifoso gialloblu più ottimista avrebbe potuto prevederlo. La strada verso la salvezza è ancora in salita (quartultimo posto a -11), ma guai ora a sottovalutare questo Chievo, il Chievo di Mimmo Di Carlo.
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