Inter e Conte maratoneti. Quella voglia di correre in campo e in classifica

Per i nerazzurri media di 113 km percorsi a partita. Contro gli emiliani colpo per il +11

Inter e Conte maratoneti. Quella voglia di correre in campo e in classifica

Non era difficile capire che l'Inter aveva il passo del mezzofondista. Ora lo dicono anche i numeri: 113 km percorsi per media partita. Roba da tirare il collo agli avversari. Ed infatti eccoli: tutti a collo lungo e fiato corto. Questa sì è una fotografia del suo allenatore che giocava correva e metteva dietro gli avversari. Dice il professore: «Serve correre, ma in modo corretto nella fase offensiva e difensiva». Il prof ovvero Conte è esperto in due-tre materie: l'arte difensiva per esempio. L'Inter ad inizio campionato non era riconoscibile, pur avendo incontestabili qualità: buoni difensori ed eccellenti centrocampisti. Ma Conte si grattava la crapa e qualcosa sbagliava. Ci volle il Sassuolo per risvegliare la mente: tre gol senza subirne. Uno squillo. Altre volte l'Inter aveva usato il pallottoliere per infilare quell'avversario, ma è vero anche il contrario: Berardi sempre pronto a punirla, Gagliardini passato alla storia per un gol sbagliato, delusioni e piazzate protagonista Icardi. Stavolta come sarebbe andata? Ora è chiaro. I numeri al passivo cominciarono a rallentare la corsa: l'Inter fino allora aveva incassato 13 reti in 8 partite, nelle restanti 20 ne ha subite altrettante. E considerando che questo è il recupero di un match che doveva giocarsi 18 giorni fa, significa che da un girone all'altro la squadra ha vinto lo scudetto. Ora può solo perderlo. A cominciare da oggi dove i punti di vantaggio potrebbero diventare 11.

Aggiunge Conte: «A inizio stagione abbiamo subito troppo, poi abbiamo trovato la formula». Che significa anche gol: 66 reti 68 punti. L'Inter è la squadra con più tiri in porta. E qui ci sta pure il disappunto: «Creiamo tanto, ma bisogna realizzare. Alla peggio si pareggia». Però in groppa a Lukaku, e con Lautaro scudiero, sono voli. Non solo sogni. Il giovin Martinez è pronto a siglare il matrimonio felice. L'allenatore glielo progetta: «È cresciuto, vista la giovane età potrà avere un grande futuro». C'è solo miele. Qualcuno avrà un rimpianto. Sarà un caso se Icardi verrà sbarcato anche dal Psg e Wanda Nara si mette in posa sul terrazzo milanese, guarda caso a un passo dalla sede nerazzurra?

Poi che l'Inter abbia più o meno possibilità finanziarie è altra storia. I padroni cinesi stanno cercando azionisti e rinforzi di cassa: chiudere il campionato con lo scudetto potrà fruttare qualche sponsor in più. Addentrarsi nel rendiconto economico della Champions ha certamente un fascino per il bilancio: più che per la gloria. Intanto prendi i punti e scappa. Non è facile destreggiarsi tra i tranelli del Covid, l'Inter ne ha cavato una buona sorte potendo recuperare i malati. Il rinvio con il Sassuolo è stato un altro segno del destino occhieggiante. Sono messe peggio le avversarie. Oggi non ci saranno Brozovic, Perisic e Bastoni ma nessun se ne avvede.

Conte può recuperare perfino Sensi, che ha giocato quasi più in azzurro che in nerazzurro in questa stagione. Secondo un suo vecchio allenatore poteva diventare un Iniesta. Forse ha tempo per diventarlo anche all'Inter.

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