L'Inter è stata brava a trasformare l'ultima partita del girone di Champions, contro il Bayern, in un'amichevole di lusso, in cui in gioco non c'è nemmeno il primo posto come invece il Napoli, ma la notizia della vigilia è che in Germania con la squadra non è volato Romelu Lukaku, un'altra volta fermo a causa del muscolo bicipite femorale della coscia sinistra. Infortunio vero o paura da Mondiale? «Ha avuto un problemino alla cicatrice, sabato quando è entrato. Dovrà rimanere a riposo qualche giorno e poi verrà rivalutato a fine settimana. È un rallentamento che non ci voleva», spiega Inzaghi, che almeno a parole non si arrende e conta di riaverlo presto a disposizione. «Ci stava dando dentro, speriamo di poterlo riutilizzare prima della sosta»: dice, e chissà se ci crede veramente.
Big Rom ha fatto gli esami strumentali di rito. Dopo uno stiramento, in ogni muscolo si forma una fibrosi, il punto di sutura naturale delle fibre che si sono sfilacciate. Dà sempre un po' fastidio, può anche fare male. E probabilmente in un gigante come il belga è tutto direttamente in proporzione: muscoli più grandi, cicatrici anche, fastidio pure. E perciò stop. Il Mondiale è fra 20 giorni (il Belgio esordisce il 23 novembre contro il Canada) guai a rischiare oltre. Niente Bayern e Juventus, probabilmente niente nemmeno la settimana prossima con l'Inter e appuntamento direttamente in Qatar.
Maledetto Mondiale: non solo ci toccherà guardarlo in tv, ma ogni giorno le nostre squadre sono condizionate dagli stranieri che non vogliono perderlo e così fra chi accelera e chi frena gli allenatori dei club sono costretti ad adeguarsi (l'Inter ha anche Brozovic fra i convalescenti: sta meglio, ma la prima da titolare la farà anche lui in Qatar, sempre il 23 novembre, ma contro il Marocco).
A parte tutto, e non è un paradosso, in questo momento, quella di Lukaku non è perdita grave per Inzaghi. S'è visto contro la Sampdoria quanto fosse lontano dalla migliore condizione, proprio in quella corsa spalla a spalla con Ferrari, in cui probabilmente ha sentito la coscia pizzicare: fosse stato il vero Big Rom, in quella prateria avrebbe certamente fatto il vuoto, di sicuro calciato e probabilmente segnato. Invece, nulla. Ha solo perso il pallone.
Col Bayern per la gloria e qualche milione dall'Uefa (2,8 per la vittoria e 0,9 per il pareggio), ma la partita vera per l'Inter è sicuramente quella di domenica contro la Juventus, perché con questo Napoli che vola, chi perde può di certo dire addio alla rincorsa per lo scudetto. Saremo peraltro a un terzo di campionato (13 partite su 38) e distacchi superiori ai 10 punti difficilmente sarebbero colmabili. Sempre che a Gasperini non riesca di fare un favore alle sue ex squadre, oltreché a se stesso.
Così, giusto perché l'amichevole è di lusso, ma la partita che conta è quella di domenica, stasera Inzaghi farà
probabilmente tirare il fiato a mezza squadra titolare, da Dzeko (che non sta benissimo, gioca Correa) a Dimarco (Gosens), più uno fra Calha e Miki (dentro Asllani, finalmente), forse Dumfries e un difensore (dentro Acerbi).
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