Resta da capire chi è il genio che ha pensato fosse meglio raccontare la crisi finanziaria dell'Inter anziché prima risolverla. Perché il club nerazzurro non è l'unico ad avere stipendi in arretrato da pagare ai tesserati così come non è l'unico che non potrà fare mercato per rafforzarsi, eppure sembra che come l'Inter ci sia solo l'Inter epperciò si parla solo dell'Inter. La distanza Nanchino-Milano non aiuta e la lunga assenza fisica della proprietà ha peggiorato le cose.
Club in vendita, quasi venduto, anzi no: nessuno lo compra, un mare di offerte, tutti vogliono l'Inter, nessuno che voglia pagare; quindi meglio un prestito o meglio ancora un socio di minoranza, uno che metta i soldi e ci lasci comandare; eccolo, trovato, lo porta Steven Zhang che torna in Italia e con 250 milioni nella valigia e risolve tutto. Due settimane e uno scudetto dopo, tutto è come prima: il socio non c'è ancora, i soldi nemmeno, il 31 maggio si avvicina e gli stipendi restano da pagare.
Tutto raccontato giorno per giorno: bonus congelati, anzi no, il premio scudetto è sacro e salvo; gli stipendi tagliati, un paio di mensilità a testa, ché tanto i calciatori guadagnano un sacco e possono fare un sacrificio: anzi no, e ci mancherebbe. Tutte proposte accolte con sorriso, non si sa se di stupore o di ironia, finché ieri all'ora di pranzo Zhang jr si presenta alla Pinetina con gli ad Marotta e Antonello e alla squadra radunata in gruppo spiega quello che già sa: c'è la crisi, c'è stato il Covid, hanno chiuso gli stadi, il governo cinese sì è messo di traverso, insomma cari ragazzi, mettetevi una mano sulla coscienza e l'altra sul portafoglio e veniamoci incontro. Rispondete velocemente, grazie. Per i soli stipendi arretrati servono 60 milioni entro il 31 maggio, oppure la rinuncia dei giocatori a incassarli subito. C'è chi l'accordo l'ha trovato e poi l'ha comunicato (per esempio la Juventus l'anno scorso), l'Inter invece promette, racconta e rinvia da mesi, senza trovare la soluzione. Un'intesa in qualche modo nascerà (liquidati subito i giocatori in partenza; posposti con accordi individuali i pagamenti per chi resta) e l'iscrizione al campionato non è a rischio. Ma poi? Che sarà della prossima Inter?
Se Conte aveva dei dubbi a scudetto ancora da vincere, adesso dovrebbe averne molti meno: il titolo appena vinto ha allargato il suo mercato, pur a ingaggi giocoforza inferiori ai 13 milioni netti previsti dall'ultimo anno di contratto con l'Inter. Tanto per cominciare, oggi dribbla domande cui non avrebbe risposte, evitando la conferenza stampa della vigilia, annunciata e poi cancellata. E c'è da capirlo. Arrivato in cima, Conte sperava di godersi il momento, che invece ogni giorno è offuscato da questioni centrali.
Presto incontrerà Zhang, ma ora il problema è che il presidente non sa cosa rispondere alle giustificate domande del tecnico, già rassegnato alla cessione di almeno una delle sue colonne scudetto (Bastoni? Martinez?), ma non disposto a subire un ulteriore indebolimento dell'organico.
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