L'Inter parte forte nell'amichevole-gita di Lugano, che è ormai tradizione nelle estati nerazzurre. Finisce 4-1, migliori in campo Asllani e Handanovic (segno che sulla nuova fase difensiva c'è ancora da lavorare e Inzaghi ammette: «Serve un difensore»), primo gol della stagione di D'Ambrosio, proprio come l'anno scorso, quando però finì 2-2. Gol svizzero generato da un'incertezza di Onana: primo round tra i portieri decisamente a favore del capitano. Già la replica di sabato a Ferrara col Monaco avrà consistenza differente. Inzaghi non rinuncia ai gemelli Lukaku (a secco) e Lautaro (in gol), per la prima volta affiancati con Simone in panchina. Lo scorso anno, Lukaku fece in tempo a giocare nella seconda amichevole di stagione, col Crotone (Lautaro assente). Era il 28 di luglio e poco dopo scoppiò la bomba Chelsea.
Nel frattempo, i più maliziosi non hanno perso occasione per sottolineare come nelle foto diffuse in mattinata dal club per presentare la nuova maglia, ci fosse quella di Big Rom (con quelle Darmian, Gosens, D'Ambrosio, Dumfries) ma non quella del Toro. Indizio di mercato o semplice turnover davanti all'obiettivo del fotografo? Resta che Martinez la maglia l'ha poi indossata nel tardo pomeriggio nel civettuolo stadio Cornaredo di Lugano, mentre Skriniar, pure lui non fotografato, a Lugano non s'è nemmeno presentato. Questo sì un doppio e pesante indizio di mercato, semmai ce ne fosse bisogno. Assente alla prima anche Pinamonti, altro nerazzurro in partenza.
Bremer resta l'obiettivo numero uno per sostituire Skriniar, anche se Cairo ha certificato: è in vendita, ma non è in saldo. «Se sento parlare di 70 milioni per Skriniar credo che Bremer valga più delle cifre che circolano». Insomma, chi per mesi ha pensato che Cairo potesse cedere il suo gioiello a 20/25 milioni, sbagliava almeno di una ventina di milioni. E sinceramente non c'è ragione per non condividere.
La seconda stagione di Inzaghi, fresco di ricco rinnovo, è quella della verità. Il bilancio al debutto in nerazzurro parla di 2 Coppe vinte (e la qualificazione agli ottavi di Champions, dopo 10 anni di assenze o delusioni) ma anche di uno scudetto perso, quando in molti credevano alla seconda stella. L'ha ricordato anche Calhanoglu.
Il secondo tentativo potrebbe essere più difficile del primo, perché all'indubbia crescita del Milan (che prima o poi completerà anche il suo mercato) già certificata dall'ultima stagione, andranno sovrapposte anche le rinnovate ambizioni della Juve.
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