Italia, mira e carattere altrimenti siamo fuori

Il meglio del nostro calcio è a centrocampo, con Tonali e Barella. Dietro falle, davanti fragilità

Italia, mira e carattere altrimenti siamo fuori
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È riduttivo immaginare che la differenza tra Italia e Germania, emersa al culmine di una serata iniziata con un promettente 1 a 0 allestito dagli azzurri, sia sancita semplicemente dai centimetri in più dei marcantoni in maglia bianca. È vero: i due gol tedeschi sono entrambi maturati durante un paio di duelli in quota persi vistosamente dalla gendarmeria azzurra. Sia nel primo caso, con cross dalla tre-quarti, che nel secondo (da calcio d'angolo), vistosi sono apparsi gli sbreghi nella difesa che fanno pensare non soltanto a un deficit di statura fisica ma soprattutto a un tot di organizzazione difensiva collettiva venuta meno. E nell'occasione - poiché non è il primo episodio del ciclo spallettiano - il ct e il suo staff hanno anche provveduto a cambiare il modo di difendersi sui calci piazzati passando dalla zona a uomo. Non è servito, anzi ha accentuato la difficoltà. Forse perché è mancato il regista del drappello. All'Inter, in quel ruolo c'è Acerbi, al Napoli c'è Rrahmani, nell'Atalanta c'è Hien: non a caso la citazione è riferita alle prime tre della classifica e al sistema di gioco identico (3-5-2). Nella fattispecie poi Bastoni difensore sul fianco sinistro ha un collaudato standard di rendimento, da centrale qualche pecca in più dovuta al cambio di ruolo è giustificata. A Dortmund, a causa del grave infortunio toccato a Calafiori, rivedremo di sicuro Buongiorno che nel Toro in quel ruolo ha giocato e si è imposto.

Il meglio del nostro calcio, attualmente, è concentrato a centrocampo. Il gol di Tonali, preparato da Barella, ne è stata la plastica conferma ed è per questo motivo che il palleggio della Germania, nel primo tempo, non ha sortito effetto alcuno. Piuttosto è in attacco che possiamo e dobbiamo lamentare la seconda fragilità, anche qui non si tratta di una scoperta improvvisa. È da tempo che il club Italia ne soffre e solo il recente passaggio di Retegui all'Atalanta di Gasp ha trasformato un centravanti dai numeri ridotti in uno dei signori del gol del campionato.

Per dare il cambio a Kean è arrivato dalla panchina Lucca, suggerito per la sua altezza nella speranza di competere in altezza con Rudiger e soci, Maldini è stato l'alternativa a Raspadori che ha sprecato forse l'occasione migliore. Se l'artiglieria azzurra non migliora mira e decisione, non c'è speranza di capovolgere il pronostico a Dortmund.

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