Italia, paura e rimpianti. Il sogno Mondiale ora passa dall'Irlanda

Gli azzurri vanno sotto, pari di Di Lorenzo poi Jorginho sbaglia un rigore come all'andata

Italia, paura e rimpianti. Il sogno Mondiale ora passa dall'Irlanda

Roma. Undici metri maledetti che potrebbero costarci cari. Se i reduci della notte infausta di Milano di quattro anni fa cercano di scacciare dalla testa il terribile ricordo, Jorginho vive i fantasmi dei calci di rigore. Errore a Basilea in casa della Svizzera dove non riuscì a sbloccare lo 0-0, errore ieri a Roma sui titoli di coda che ci nega un gol che aveva un sapore mondiale. E per di più abbiamo rischiato la beffa con il pallone perso da Donnarumma e il salvataggio di Bonucci. L'Italia resta padrona del suo destino: il pareggio di Roma non cambia la situazione della classifica - Italia e Svizzera appaiate a 15 - e nemmeno il nostro vantaggio nella differenza reti (+11 contro +9) ma ci impone una vittoria pure rotonda in casa dell'Irlanda del Nord lunedì per non rischiare il baratro degli spareggi. È fuori di dubbio che gli elvetici, che sfideranno la Bulgaria in casa, possano ancora sperare nella qualificazione diretta.

«Dopo un primo tempo sofferto, il gioco l'abbiamo fatto nella ripresa, li abbiamo messi lì, ci è mancato il gol e peccato per il rigore. Se lo avessimo segnato sia all'andata che al ritorno avremmo già chiuso il conto. Vedremo di vincere a Belfast», così Mancini alla fine.

Quel titolo di campioni d'Europa comincia a pesare. E quell'alchimia magica di giugno sta svanendo pian piano, lasciando spazio ad errori tecnici e poca tranquillità del gruppo. Ecco che la gara di ieri con la Svizzera è stata figlia di questo momento di flessione (mentale e fisica al netto dei tanti infortuni che stanno privando Mancini di alcuni giocatori importanti) della truppa azzurra. Per scrivere il lieto fine alla notte romana, condita dal caldo sostegno di 50mila tifosi, non è bastata nemmeno la scaramanzia: stessa maglia degli Europei, stesso spogliatoio di giugno nella pancia dell'Olimpico. L'Italia va sotto nei venti minuti iniziali da brividi, riesce a recuperare con un colpo di testa di Di Lorenzo dopo che Sommer ci aveva messo del suo sui tiri di Barella e Chiesa, ma gli azzurri non offrono la loro migliore prestazione o almeno quella che servirebbe in una notte così importante. Ritmi a lungo bassi, poche giocate di qualità, poche le occasioni create anche perché abbiamo riempito poco, soprattutto nei primi 60 minuti, l'area di rigore avversaria con rari inserimenti dei centrocampisti.

L'ora scarsa di Belotti, scelto al centro dell'attacco da Mancini, non regala gli effetti sperati, anzi l'attaccante granata non ha di fatto un pallone giocabile e spesso deve solo sacrificarsi in rientri a sostegno dei compagni. E anche la nostra metà campo non offre lo smalto dei giorni migliori, con Barella che non si accende mai complice anche la sua situazione fisica.

Non sono bastati nemmeno la soluzione del falso nove - durata pochi minuti - e i cambi nel finale, con la Svizzera che ha badato a coprirsi rinunciando ai suoi uomini più offensivi ma l'Italia non è mai riuscita ad affondare i colpi. Per arrivare in Qatar bisognerà soffrire fino all'ultimo e soprattutto vivere una notte migliore a Belfast.

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