Cara Italia, Rio de Janeiro è già un ricordo. La spedizione azzurra alle Paralimpiadi di Tokyo continua ad arricchire il numero dei podi e a 5 giorni dal termine il computo è il seguente: 11 ori, 18 argenti e 14 bronzi (nono posto nel medagliere). Un totale di 43 medaglie, che supera sensibilmente le 39 vinte in Brasile cinque anni fa. Nelle ultime 24 ore da archiviare 1 oro, 7 argenti e 1 bronzo.
A dare il via alle danze ci ha pensato Assunta Legnante. La campana ha sfoderato la sua grinta per conquistare l'argento nel lancio del disco F11 con la misura di 40.25 metri (record europeo), non nella sua specialità preferita. L'azzurra, infatti, è il riferimento nel getto del peso con cui ha ottenuto tantissimi successi a livello paralimpico, suggellati dagli ori di Londra e Rio e in questa sede andrà a caccia del tris. Oro sfuggito per pochissimo e andato, in questo caso, alla cinese Zhang (40.83, record del mondo). Assunta dal 2009 ha saputo trasformare la sua carriera di atleta per via di un glaucoma congenito presente sin dalla nascita, che le precluse la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Atene 2004, e vorrà scrivere una nuova pagina di storia nel peso.
Storia che l'Italnuoto sta facendo in Giappone. Per la squadra guidata da Riccardo Vernole altre quattro medaglie: l'argento di Alberto Amodeo nei 400 sl S8, il bronzo di Xenia Francesca Palazzo nei 400 sl S8, l'argento di Stefano Raimondi nei 100 farfalla S10 e l'oro di Giulia Terzi nei 100 stile libero S7. Un capolavoro quello della ragazza nativa di Melzo (Mi) che da quella scogliosi congenita rara con coinvolgimento midollare ha saputo trasformarsi da atleta e persona. «Per me il 2021 è stato complicato, prima per il Covid e poi per un intervento. Sono stata 52 giorni ferma. Dedico l'oro alla mia famiglia e a Stefano (Raimondi, il suo fidanzato ndr) perché sono le persone che più di tutte hanno capito il sacrificio che ho fatto quest'anno». Un amore in vasca che ha spinto anche Stefano a dare il 100%: «Questa medaglia l'abbiamo vinta praticamente insieme, ho visto la sua gara dalla camera di chiamata e volevo fare anch'io la gara che ha fatto lei, cercando di vincere».
Destini incrociati come quelli nel ciclismo su strada dove le medaglie sono state ben quattro e tutte d'argento con Fabrizio Cornegliani (H1), Luca Mazzone (H2), Francesca Porcellato (H1-3) e Giorgio Farroni (T1-2) in un giorno che avrebbe potuto essere di Alex Zanardi: «Se il destino non gli avesse riservato l'ennesima dura prova oggi sarebbe stato qui. Lo sanno bene i suoi compagni di squadra che, alla prima occasione, hanno dato vita a una prova di forza impressionante», le parole del presidente Luca Pancalli.
Alex continua la sua lotta con la tempra del campione perché la vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. Un caffè che a Tokyo è dolce al punto giusto.
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