Juve-Barça, la finale mai vista e due modi opposti per vincerla

Non è attacco contro difesa ma due sistemi diversi di pensare con i piedi Blaugrana con il pressing alto, bianconeri con una fase difensiva migliore

Juve-Barça, la finale mai vista e due modi opposti per vincerla

Loro se la giocheranno davanti, noi magari più dietro. Non è mentalità offensiva contro mentalità difensiva e neppure attacco contro difesa, sono solo modi diversi di pensare con i piedi. Giudicare le cose attraverso gli arti inferiori non è semplice. Tenti di giocare davanti perchè hai gli attaccanti più forti, e allora fai anche pressing alto, possesso palla nella metà campo avversaria e tieni su la difesa con il portiere al limite dell'area grande. Il Barcellona fa così perchè non ha alternative, e questo diventa un limite se trova gente che lo aspetta. E tutto lascia presagire che la Juventus lo aspetterà perchè ha una fase difensiva migliore e pensa al rovescio. Mai come in questa finale ci sono due modi così opposti per vincerla.

Un rewind della stagione del Barça segnala 20 vittorie su 24 scontri diretti fra Liga e Champions dove ha perso solo con Psg e Bayern nella semifinale di ritorno più inutile della storia. Ma quando trova il muro fa una fatica tremenda. La Juve dovrà ragionare, il calcio immaginario di Messi non è fatto di materia, non si neutralizza con difese a uomo, raddoppi o con i bombardamenti. Quando Mourinho affrontò il Barcellona a San Siro in semifinale, chiese ai suoi tre attaccanti, Pandev, Milito e Eto'o di fare un pressing esagerato su Piquet, Puyol e Busquet, i tre che si abbassavano per ricevere da Victor Valdes e facevano ripartire l'azione. Al Camp Nou, quando la missione era porre fine al comando di Guardiola, la sorte gli venne in soccorso con l'espulsione di Thiago Motta che ridusse la squadra in trenta metri davanti a Julio Cesar, compressa a difendere senza altro scopo. In entrambe le situazioni le cose gli andarono bene, la prova che quel Barcellona aveva dei limiti e c'erano zone del pensiero di Messi e Xavi che non avevano controindicazioni davanti a certe difficioltà. Guardiola, e tracce del suo passaggio continuano a riprodursi nel Barça, ha messo sul prato soprattutto un calcio ottimista, anche divertente e spensierato, ma soprattutto convinto di non avere reali avversari. Liedholm diceva che finchè la sua squadra era in possesso palla, difficilmente gli avversari avrebbero fatto gol. Guardiola ha ribaltato il concetto e spiegato che se non sei in possesso palla non puoi fare gol. Questa Juventus però sembra squadra più matura, più pronta ai grandi eventi, Allegri ha la medesima età di Luis Enrique, è come lui al primo anno e alla sua prima finale Champions, ma ispira di più. Stanno cercando di minargli l'equilibrio proprio perchè questo è un pensiero comune fra i nemici. Tevez e Pirlo lasceranno la squadra, Chiellini è rotto, Raiola avverte che tutti cercano Pogba, il procuratore di Morata annuncia che il suo assistito è sul mercato, non sono belle notizie mentre stai preparando una finale di Champions che ti cambierà la vita. Allegri ha commentato: «Si vede che doveva andare così».

Alla vigilia può succedere di tutto, nel giorno della finale ormai è tardi per tutto. Helenio Herrera portò l'Inter a spiare l'ultimo allenamento del Celtic prima di affrontarlo in finale a Lisbona. Vinceva la Coppa dei campioni da due stagioni consecutive e gli scozzesi erano considerati dei miracolati. Fu uno shock. Prima della rifinitura scolarono diverse pinte di birra, poi, abbastanza persi, sfidarono una rappresentativa di giornalisti presenti al campo, l'indomani si laurearono campioni d'Europa spedendo all'inferno tutti gli scienziati che se la menano con gli aspetti tecnico-tattici.

Avevano vinto perchè correvano di più, uno dei metodi più sicuri. La Juve se la giocherà più dietro e sta pensando a come andare a fare gol. Il Barcellona se la gioca avanti, ma ha pensato abbastanza a come fare per non prenderlo?

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