dal nostro inviato a Monza
C'è tanta Ferrari a Monza. Fra il pubblico, fra i piloti. Striscioni immensi. E Kimi in pole che punta alla riconferma, Seb che rosica, Leclerc che spera di arrivare a guidarla, Giovinazzi anche e Mick Schumacher pure. Sì, lui, il figlio di Michael. Il giovane Schumi che «sogno un giorno di essere al volante della Rossa...», dice premiando Kimi per la pole più veloce di sempre e la prima fila ferrarista. L'ultimo uno-due era stato proprio opera di papà Schumi e gregario Barrichello. Tanto tempo è passato e tante cose sono cambiate. In questa Ferrari non ci sono più i gregari. Anche per questo c'è malumore nonostante la festa. Perché alla gioia contenuta per indole e tradizione di Kimi fa da contraltare l'umore mesto di Vettel. Cosa che fa presagire una partenza ad alto tasso di pasticci e una prima parte di gara, fino al pit stop, accompagnata dal grande interrogativo: cosa accadrà fra i due ferraristi?
Nell'attesa, il solito Kimi e il solito Sebastiano. Il finnico sull'ovazione che ha accompagnato il proprio giro di rientro dice «non l'ho sentita, ovviamente ci sono tanti tifosi della Rossa qui...» e aggiunge che le emozioni provate per una pole così importante «sono le stesse delle alte 17 volte...». Però, se non altro, si lascia un poco andare quando ammette che «non c'era posto migliore di questo per fare la pole: nel Gp di casa della Ferrari, davanti al suo pubblico...». Sarebbe da aggiungere: e in piena trattativa per il rinnovo di contratto. Invece Kimi dice altro, quasi avvisa Seb: «Sono a metà dell'opera, l'obiettivo è terminare la corsa nelle stesse posizioni». Sott'inteso: io primo e Vettel secondo.
Anche e soprattutto per questo Sebastiano accusa il colpo. Dice: «Sono contento per la squadra, è un grande risultato, ma non sono soddisfatto di me. Ho commesso dei piccoli errori nell'ultimo tentativo, alle due varianti, alla Lesmo... in definitiva Kimi è stato più veloce, ha fatto uno splendido giro ed era nel posto giusto (ovvero in scia, ndr)». E su quel ne parliamo dopo detto via radio dopo aver scoperto di non essere in pole: «Non lo dico a voi il perché». Quanto alle possibilità di vittoria dell'uno e dell'altro, Kimi è chiaro e breve come sempre: «È semplice, voglio vincere, nessuno sa come finirà il campionato»; e sul duello fra compagni alla prima curva: «Il mio approccio non cambierà... sicuramente non prenderò rischi stupidi». «Il mio un po' cambierà» ammette invece Sebastiano. «Perché non sarà come lottare con le Mercedes». A chi poi gli domanda se crede che il team lascerà Raikkonen libero di lottare per la vittoria, risponde sincero o forse sconsolato: «Se parte dalla pole, immagino che gli sia permesso. È naturale che voglia vincere.
Anche io voglio. Speriamo che alla fine sia uno di noi....». Intanto, Hamilton, seduto accanto ai ferraristi, osserva e sorride: «In qualifica ho dato tutto quello che avevo. In gara darò di più». E se poi Kimi e Seb lo aiutassero...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.