L'ultima grande gioia. Riferito sia al passato che al futuro. La Germania, che oggi esordisce all'Europeo (sfida la Francia alle 21), non vince il torneo dal 1996. In quell'occasione, in Inghilterra, uno dei perni del centrocampo era Markus Babbel che giocò per intero quarti di finale, semifinale e finale. «Facemmo un grande percorso, eliminando l'Italia ai gironi, poi Croazia, Inghilterra padrona di casa e Repubblica Ceca, sorpresa della competizione», commenta oggi Babbel. Sarà l'ultima volta anche per Joachim Löw che, al termine del torneo lascerà, dopo 15 anni, la guida della nazionale (al suo posto Flick). E vuole chiudere regalando alla Germania quel titolo che manca da 25 anni e che lui ha sfiorato nel 2008 (perse la finale con la Spagna). «Ha svolto un grandissimo lavoro - continua Babbel -. Non solo con il titolo del 2014, ma perché ha lanciato tanti giovani talenti che così sono cresciuti anche di testa. I tifosi si sono sempre entusiasmati a vedere questa squadra. Forse avrebbe dovuto ritirarsi dopo il mondiale ma è comprensibile che non lo abbia fatto. Poi, un po' come con la Merkel, ci sei da talmente tanto che le persone, a prescindere, vogliono altro. Qualsiasi cosa fai secondo l'opinione pubblica sbagli, anche cose per le quali in passato sei stato celebrato. Gli auguro di chiudere con la vittoria dell'Europeo».
In Germania però di bravi allenatori ce ne sono tanti: negli ultimi 3 anni 3 tecnici tedeschi diversi hanno vinto la Champions...
«Abbiamo ottimi allenatori. Klopp forse, anche per il suo modo di essere, è quello che entusiasma più di tutti. Tuchel è un ottimo allenatore. È molto tecnico, non ha un carattere facile, ma credo si sia un po' sciolto. Flick è un ottimo moderatore e gestore. Ha riunito la squadra che con Kovac si era spaccata. E attenzione a Nagelsmann...».
Dopo oltre due anni Löw ha deciso di riconvocare Müller e Hummmels, che ne pensa?
«Grazie a Dio è tornato sui suoi passi. Sono convinto che il merito, le prestazioni, vadano sempre premiate. E dopo le loro ultime stagioni sarebbe stato inspiegabile tenerli fuori. Non mi interessa l'età, devono giocare i migliori. Per questo mi sorprende non ci sia Boateng».
Dove può arrivare la Germania?
«Abbiamo un gruppo molto difficile. Portogallo e Francia sono fortissime. Dobbiamo essere pronti. E attenzione a sottovalutare l'Ungheria. Ma sono convinto che dopo il fallimento del 2018 i giocatori siano pronti a dare il meglio. È possibile tutto, nel girone e dell'Europeo, perché non c'è un grande favorito. La Francia forse ha più qualità, ma non è detto che in un torneo così corto e intenso basti».
Dell'Italia che pensa?
«Ha il potenziale per vincere, diciamo che è una favorita segreta.
Non è fra le prime 3 per qualità, ma dopo il disastro del 2018 Mancini ha immesso sangue fresco. Quello dei giovani da voi è sempre stato un problema. Ora però date spazio al talento più che alla esperienza. E c'è grande entusiasmo».
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