L'assist Premier al nostro campionato

Dietro l'ok uno studio: nei 90' i giocatori violano i 2 metri di distanza solo 39''

La nazione è in ritardo, il suo calcio meno. Pur se entrato nel caos e nel disordine del Covid-19 un mese dopo l'Italia, e trovandocisi ancora in pieno, il Regno Unito prende la rincorsa e supera la Serie A, fissando il ritorno in campo della Premier League per mercoledì 17 giugno. Con due sole partite: Manchester City-Arsenal e Aston Villa-Sheffield United, non è chiaro se in campo neutro o rispettivamente all'Etihad Stadium e al Villa Park, dove tra l'altro ieri è stata giornata di lutto per la morte (per Covid-19, ma soffriva di demenza senile da tempo) di Ron Smith, 79 anni, padre dell'allenatore Dean e storico steward dello stadio. Due partite, perché recuperi: con essi tutte le squadre ne avranno giocate 29 e nel malaugurato caso di sospensione immediata la classifica sarebbe più equa. Se non ci saranno intoppi, due giorni dopo riprenderà il resto del campionato, nove turni per 90 gare che verranno distribuiti su sette weekend e due infrasettimanali, con chiusura l'1-2 agosto e finale di Coppa d'Inghilterra l'8, preceduta da quarti di finale e semifinali in data però non ancora decisa. Le 90 partite verranno distribuite in fasce orarie differenti per essere trasmesse tutte in diretta tv, dato che si giocherà a porte chiuse: quasi il 30 per cento andrà in chiaro. Quattro partite, in particolare, andranno in onda sulla Bbc, la tv di Stato: sarà la prima volta in 32 anni, con la Premier che farà il suo debutto assoluto sul digitale terrestre. Su Sky Sports visibili a tutti altre 25 gare, compreso il derby fra Everton e Liverpool nella prima giornata post-coronavirus.

Passata per mille indugi, la Premier League dunque fa il passo decisivo, anche grazie a uno studio commissionato a una società americana che ha analizzato le 288 partite giocate finora: ne è venuto fuori che nel corso di una partita un qualsiasi giocatore si trova a meno di due metri - la misura di distanza interpersonale richiesta dal Governo - da un altro solo per un totale di 39 secondi e dunque in caso di positività non riscontrata il rischio sarebbe più ridotto del previsto. A proposito, con gli ultimi quattro casi sono saliti a 12 i contagi sui 2752 esami effettuati, con obbligo di isolamento per sette giorni, mentre continuano i test al ritmo di due volte alla settimana, per un numero tra i 50 e i 60 per club, staff tecnico compreso.

Il panorama europeo è ora più completo: tra le leghe maggiori, Olanda, Scozia, Belgio e Francia hanno chiuso in anticipo la stagione, anche se ieri il presidente del Lione (avversario della Juventus in Champions) ha richiesto al Governo di cambiare idea, proprio per le notizie provenienti dall'Inghilterra.

La Germania ha già giocato tre turni, la Repubblica Ceca e l'Ungheria hanno ripreso sabato (magiari pronti ad aprire al pubblico, uno ogni cinque; la Russia il 21 giugno lo farà con il 10 per cento della capacità degli stadi); oggi riparte la Danimarca, domani la Polonia; in Austria via il 2 giugno, in Portogallo il 4, in Spagna quasi certo l'11 o 12, col derby di Siviglia.

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