LeBron e un ritiro mai così vicino (a parole). Ballano 100 milioni e l'idea di giocare col figlio

I 40 punti, i 10 rimbalzi e i 9 assist di James non sono bastati ai Lakers. E lui s'interroga: "Devo riflettere su tante cose per il mio futuro nel basket"

LeBron e un ritiro mai così vicino (a parole). Ballano 100 milioni e l'idea di giocare col figlio
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Quando sei LeBron James, ovvero una delle persone più famose del mondo, il concetto di «buttare lì» qualcosa non esiste. Non esiste più da tempo. LeBron, eliminato con i suoi Los Angeles Lakers 4-0 nella finale di conference West della Nba, per mano dei Denver Nuggets, lo sa benissimo, ed ecco perché le parole dette in conclusione della sua ultima conferenza stampa stagionale, all'alba ora italiana di ieri, hanno avuto un effetto dirompente: «Non mi diverto per niente a non arrivare alle Finals. Vedremo. Vedremo cosa accadrà. Non so, ci sono tante cose a cui devo pensare, ad essere sincero. Devo riflettere su un po' di cose, per quel che riguarda il mio futuro nel basket».

Apriti cielo e chiuditi stomaco. Perché la sorpresa è stata doppia: per il dubbio buttato lì - appunto - sul futuro da giocatore e per il contrasto con la partita appena giocata, 40 punti di cui 31 in un primo tempo ai suoi livelli immortali, una specie di uno contro tutti in cui l'essere uno non pareva nemmeno una forzatura. Un mostro di giocatore che si è riposato per soli... quattro secondi e ha persino segnato una tripla senza volerlo, mentre tentava un pallonetto per un compagno di squadra. Ma il suo calo nel secondo tempo, la rimonta dei Nuggets da -15 dell'intervallo e l'eliminazione hanno certificato che forse si è chiuso un capitolo, quello in gialloviola. Anche perché nelle sue considerazioni post-partita James ha ammesso di non avere idea di come potrà essere il roster dei Lakers il prossimo anno, tra rinnovi, scadenze, possibilità di prolungamenti volontarie o meno.

L'idea della stanchezza, dell'esaurimento di forze, dopo una serie in cui nonostante i 38 anni di età ha avuto una media di 27,8 punti con più del 50% al tiro, 9,5 rimbalzi, 10 assist. I playoff, in cui i Lakers sono andati comunque al di là delle attese essendo partiti come numero 7 del tabellone, li ha fatti con un tendine del piede destro lesionato, infortunio che gli ha causato anche l'assenza per quasi un mese di regular season. Resta un dilemma non banale: l'ambizione, da tempo dichiarata, di voler uscire di scena solo dopo aver giocato accanto o contro il figlio Bronny, che il mese scorso ha accettato la borsa di studio di Southern California, college situato pochi chilometri più a sud dell'arena dei Lakers.

Bronny deve però fare almeno un anno di college e dunque potrebbe giocare nella Nba solo dall'ottobre 2024: teorico ultimo anno di contratto del padre, se il brontolio dell'altra sera passerà e verranno rispettati sia l'accordo per il 2023-24 sia l'opzione a vantaggio del giocatore per la stagione successiva, per un totale di 97,1 milioni. Troppa roba sul piatto, forse, nelle ore seguite all'eliminazione: James da ormai un ventennio, dal debutto nell'ottobre del 2003, ha saputo curare il proprio fisico - a colpi di un milione di dollari l'anno in massaggi, terapie e cure individuali - e presentarsi in forma eccezionale ad ogni stagione, ma il logorio in questi playoff è stato notevolissimo e il ripensamento potrebbe davvero concretizzarsi in modo clamoroso.

Il bello è che da tempo si sa che LeBron è a fine carriera, ma l'evenienza non era mai

apparsa realmente vicina, e quelle sue frasi hanno aperto una porta di cui molti fingevano di ignorare l'esistenza. Se non altro ha fatto parlare di sé anche nella sconfitta. E solo le superstar sanno leggere così la realtà.

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