Un pugno levato, chiuso come un cuore che pulsa. Quella è la foto, l'immagine che renderà, una volta di più, iconica una storia di pallone. Pallone e vita, vita e morte: ne conosce tutti gli effetti l'uomo che quel pugno ha levato. Non era un gesto di sfida, piuttosto un atto di sollievo reso al cielo. Non solo il racconto di un gol appena segnato per la Danimarca. Molto di più. In quel pugno c'era davvero il cuore di tutti, non solo quello appartenente a Christian Eriksen, diavolesco nella sua maglietta rossa, ma che ben conosce l'effetto scherzi del cuore.
Tanti ricorderanno la terrificante immagine di questo giocatore, che allora a 29 anni giocava nell'Inter, dal viso dolce e volontà di ferro, steso a terra sul prato del Telia Parken di Copenaghen. Fulminato al minuto 43 del match fra Danimarca e Finlandia, mentre riceveva la palla. Era il 12 giugno 2021, prima partita della Danimarca per l'Europeo. Tutta la squadra, dopo pochi attimi, messa a cerchio attorno al suo corpo inerme. Simon Kjaer a gestire l'operazione. Eriksen passò dalla vita alla morte e dalla morte alla vita in pochi minuti: trafitto da un arresto cardiaco, rianimato da un fibrillatore. Poi via in barella con un pollice levato a sollevare l'animo di tutti. Seguirono ricovero in ospedale, cure, attese, una carriera da ricominciare.
E ieri, 16 giugno 2024, tre anni più tardi, 1100 giorni dopo il malore, il nostro con questo gol, segnato con un colpo di punta, seguendo l'assist di tacco di un compagno, ha chiuso il conto con l'Europeo del calcio, e con una storia affrontata da uomo e da calciatore innamorato del mestiere. Non ha voluto cedere agli scherzi del cuore: è tornato sui campi inglesi, perché in Italia è vietato ad atleti nelle sue condizioni, ha giocato il mondiale in Qatar, è andato a sfatare la maledizione del Telia Parken segnando, in amichevole, contro la Svezia.
Mancava l'ultimo colpo di grazia. La MHPArena di Stoccarda si è goduta la rivincita finale: 17 minuti di gioco, eppoi l'urlo. Il gol che rende il calcio ancora una favola.
Per un racconto così liberatorio, affascinante, non c'è tifo che tenga. Storia che vale per tutti, alla quale aggiungere la statistica per cui Eriksen, a 32 anni e 123 giorni, è diventato il più anziano goleador danese in un Europeo. La storia ha concesso tutti gli onori.
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