I crash test sono una cosa per soli uomini? Di sicuro ultimamente si è parlato del gender gap nell'ambito di queste prove, spesso eseguite con soli manichini di sesso maschile. Ma la risposta è no. Almeno per Mercedes-Benz, che li effettua da circa 20 anni. Noi siamo stati proprio al Security Technology Center della Stella, il più vasto centro sicurezza d'Europa con sede a Stoccarda dove - evento rarissimo - abbiamo potuto assistere a un crash test. Ma come viene eseguito? In un ambiente chiuso, così da garantire che le condizioni atmosferiche siano sempre costanti, si realizza l'impatto di un' auto a campione con a bordo Dummy (è questo in gergo il nome dei manichini) uomini, donne e bambini. Il classico scontro frontale che abbiamo osservato dal vivo è durato solo qualche secondo e ha scatenato un grande botto, ma lo studio delle sue conseguenze sulla macchina e sugli occupanti richiede due settimane di lavoro.
Oltre ad analizzare lo stato della macchina, è ancora più importante «ascoltare» i sensori posti all'interno dei Dummy. Come spiega al Giornale l'ingegnere responsabile Hanna Paul, sono presenti in totale 120 manichini in 21 differenti configurazioni fisiche e la base progettuale dei Dummy di diverso genere è soprattutto bio-meccanica.
Oltre al peso, alla statura, viene condotto poi un preciso studio su tutti i differenti componenti che distinguono il genere maschile da quello femminile. Ma non solo: l'analisi riguarda anche le abitudini comportamentali alla guida. Così è emerso che la zona di principale rilievo è quella del bacino, che agisce in modo differente sul movimento delle cinture di sicurezza.
Infine, a parità di altezza, le donne sono propense a guidare con il sedile più vicino al volante, cosa che provoca un differente approccio con l'airbag frontale. Insomma, la sicurezza è sempre al primo posto, al netto di ogni differenza di genere.
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