«L'inattesa magia di Luciano lo sciamano Ma quei Bleus erano tutti sparpagliati...»

L'ex tecnico dell'Inter: «Azzurri ok, ma non esaltiamoci»

«L'inattesa magia di Luciano lo sciamano Ma quei Bleus erano tutti sparpagliati...»
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«Ma cos'è che deve scrivere, la Divina Commedia?». Corrado Orrico, all'ennesima domanda, denuncia una certa insofferenza... Colpa sua, perché le risposte non sono mai banali e ti spingono a porgli sempre un quesito in più. A 84 anni l'ex mister di Udinese e Inter (e di tantissimi altri club meno blasonati) è in gran forma. La baldanza è quella di chi ha masticato calcio per una vita, sputandolo ogni volta che il football aveva il sapore amaro dell'opportunismo: per Orrico, la coerenza innanzitutto; nel calcio e nella vita, che poi nel suo caso sono due facce della stessa medaglia. Come si capisce bene leggendo la brillante autobiografia scritta con mano felice insieme a Vanni Spinella, Quello della gabbia: il mio calcio, la mia Inter (Ed. Ultra Sport).

Orrico, riconosce il «suo» calcio in quello di oggi?

«Amo il calcio, anche se nel gioco moderno mi disturba l'uso esagerato del controllo di palla».

Come sono cambiati gli allenatori rispetto ai suoi tempi?

«Ora c'è un diverso studio delle partite. L'analisi dei dati è diventata ossessiva».

Lei è un estimatore di Spalletti. Dopo la figuraccia rimediata all'Europeo, ci siamo presi una bella rivincita battendo la Francia in casa loro.

«Luciano ha dimostrato di essere un grande sciamano capace di trasformare mentalmente una squadra depressa in una Nazionale finalmente energica. Riaccendendo così il feeling con i tifosi che si era spezzato. Ma...».

«Ma»?

«La Francia ha deluso. Nonostante i tanti campioni i francesi erano sparpagliati: hanno preso tre gol lasciando sempre un avversario libero. Dagli azzurri sono venuti segnali positivi, ma piano con gli eccessivi entusiasmi. C'è molto da migliorare...».

Spalletti ha fatto molti cambiamenti rispetto alla débâcle di Germania 2024.

«Bravo Luciano a dare fiducia a Tonali dopo la brutta pagina delle scommesse».

I club imbottiti di stranieri ostacolano il processo di crescita della Nazionale?

«L'esterofilia esasperata rappresenta certo un ostacolo».

Capitolo campionato: Inter e Inzaghi resteranno al top?

«I nerazzurri sono forti. Barella mi piace tanto. Quanto a Simone, mi garberebbe un po' più burbero e meno violino...».

In che senso «violino»?

«Per il mio carattere ha uno stile fin troppo lindo».

Allegri tornerà in pista?

«Massimiliano è astuto, un nipotino di Machiavelli. Ammiro la sua capacità di bastonare i politicicioè quei giocatori prime donne che fanno correre più la lingua delle gambe».

Lei è passato alla storia per l'invenzione della «gabbia»...

«La gabbia l'ho copiata dai livornesi. Ricordo che da ragazzi si andava in bicicletta fino al lungomare dove c'erano questi gabbioni ideati per giocare al calcio evitando le pallonate ai bagnanti. Dentro ci si randellava e si provavano situazioni...».

All'Inter, prigioniera di metodi antichi, non capirono la novità e neppure la filosofia di Orrico; fu così che Corrado salutò,

riprendendo il pellegrinaggio tra le panchine della provincia italiana. Ma oggi ad Appiano Gentile c'è una tecno-gabbia che ricorda la sua spartana progenitrice: quelli con la memoria lunga la chiamano «Gabbia Orrico»...

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