Più che sui ricordi, Inzaghi punta sul presente per vincere il settimo derby consecutivo. «Ogni partita è differente, il passato non conta». L'avvio di stagione, e soprattutto il primo snodo Champions, hanno ribadito che oggi la sua Inter è molto più avanti del Milan, eppure guai a fidarsi. Soprattutto se fatichi a fare gol. «Siamo sui livelli dello scorso anno», minimizza il tecnico, eppure anche lui sa che non è vero.
Tutta colpa di Lautaro, cioè delle sue statistiche. «Il capitano non sarà mai un problema», ha detto Inzaghi alla vigilia del City, poi però il giorno dopo l'ha lasciato fuori. «Non c'è nessun caso, ha giocato per un anno intero (due in verità, considerando che nella stagione precedente fu impiegato 57 volte su 57) e anche venerdì ha fatto un ottimo allenamento». Stasera il Toro torna titolare, a Inzaghi però serve che torni anche a fare gol. La differenza fra i 14 gol segnati dall'Inter nelle prime 5 partite del 2023 (4 in campionato e 1 in Champions) e i 9 sommati quest'anno nell'analogo periodo, sono sostanzialmente le 6 reti (5 in campionato e 1 in Europa) che Lautaro contava un anno fa. Perché i numeri vanno interpretati, i gol si devono pesare e non solo contare, ma resta un dato che dal 28 febbraio in poi (gol all'Atalanta), Lautaro abbia segnato 1 sola volta (al Frosinone, il 10 maggio) in 13 partite giocate con la maglia dell'Inter. Il Milan peraltro, gli porta fortuna anche se nella scorsa stagione è rimasto a secco in entrambi i derby: già 8 gol in 16 partite (alla Juventus, per dire, ne ha segnati solo 4 in 18 sfide).
Chiaro che dall'altra parte c'è chi sta molto peggio, ma se Inzaghi si era abituato bene ad affrontare Pioli, che sempre lo sfidava allo stesso modo, ora qualcosa potrebbe cambiare («finora il Milan ha giocato in vari modi, a volte aggredisce, a volta aspetta: non so che partita farà, ma so che noi siamo pronti»), tanto più che i precedenti romani con Fonseca, fra loro è sempre questione di derby, sono in perfetta parità: 2 pareggi il primo anno, una vittoria a testa nel secondo. Stasera c'è l'occasione per spezzare l'equilibrio (e chissà se ci sarà poi mai il tempo per la rivincita).
Formazione fatta, stavolta Inzaghi raccoglie il frutto delle rotazioni fatte a Monza e Manchester, schierando (prima di una rara settimana senza impegni) la squadra che gli
dà più affidamento, quella dello scudetto, con Barella. Calhanoglu e Mkhitaryan di nuovo insieme dall'inizio, Dimarco recuperato e Dumfries che pare ormai essere passato davanti a Darmian, titolare nella scorsa stagione.
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