Leo Messi si sente «più fuori che dentro» da casa sua, ma non ha ancora sbattuto la porta. Comunque vada sarà un epilogo e sarà il figliol prodigo a decidere se andare via o aprire un nuovo corso catalano. Més que un club, più del Barcellona, c'è solo Messi, un fuoriclasse nel suo habitat naturale da sedici stagioni, dove ha portato in dote qualsiasi trofeo e segnato gol a ogni latitudine. Come nessuno mai. Adesso però si tratta, il fuoriclasse riflette, le indiscrezioni abbondano. Il legame col Barcellona non era mai arrivato così vicino alla rottura. Messi si è trincerato nel silenzio, dopo il tonfo di Champions contro il Bayern. Il lotto delle pretendenti sembra ristretto a Psg, Inter e Manchester City. Non per forza in quest'ordine, ma se il nuovo progetto di ripartenza blaugrana non convince Messi, se le possibili partenze dei senatori del gruppo l'hanno già messo di malumore, un accordo bisognerà trovarlo, soprattutto per sbrogliare la matassa d'una clausola rescissoria monstre da 700 milioni (verrà ridotta a 150 milioni?) e un contratto in scadenza solo l'estate prossima. «Deve finire la sua carriera qui, perché lui è il Barcellona e il Barcellona è Messi» ha detto il neo tecnico del Barça Ronald Koeman dopo il faccia a faccia in cui la Pulce ha espresso i suoi dubbi. «Ho molti contatti con Pep Guardiola, mi dice sempre che è bellissimo lavorare con Messi», ha aggiunto.
Jorge Messi sta trattando in prima persona con il presidente Bartomeu, tenere un giocatore scontento e magari fuori squadra per un'intera stagione non conviene a nessuna delle parti in causa. Da lunedì si comincerà a fare sul serio perché a 33 anni il campione argentino non può permettersi di perdere tempo. Vuole vincere, esige un progetto a breve termine e non per questo sembra propenso a fare sconti su premi e ingaggi che portano il totale, spropositato, a 110 milioni lordi l'anno.
I costi sono il nemico principale dell'ipotesi Inter, ma sulla bilancia ci sono anche le agevolazioni fiscali previste dal sistema italiano e il trasloco del padre a pochi passi dal quartier generale nerazzurro. Messi vuole una squadra pronta, già fatta, in questo senso le maggiori garanzie gli arriverebbero dalla colonia argentina a Milano, con Zanetti ai piani alti della dirigenza e Lautaro punto di riferimento per il futuro. Però i richiami non mancano nemmeno altrove, visto che al City ritroverebbe le attenzioni maniacali di Guardiola e al Psg l'intesa già forgiata con Neymar. A Manchester c'è un'ossessione chiamata Champions, ma la Premier League sul piano fisico e d'intensità sembra il torneo che meno si rispecchia nella caratteristiche dell'argentino, mentre la Ligue 1 gli permetterebbe di segnare ancora caterve di gol e di rimpolpare la bacheca almeno per un altro triennio.
Lo sceicco qatariota Al-Khelaifi è pronto a ricoprirlo di soldi con la promessa di farne un testimonial anche in vista dei Mondiali in Qatar, previsti
nell'inverno del 2022. Dopo sei Palloni d'oro, quattro Champions, dieci campionati spagnoli e sei Coppe del Re vincere il Mondiale con l'Argentina è l'ultimo vero desiderio di Messi. Fuoriclasse che ascende ancora alla perfezione.
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