
La lezione di francese è servita. All'Olimpico di Roma è un monologo, 11 mete a 3, 73-24 sul tabellone per una pratica che la squadra di Fabien Galthiè archivia in meno di un tempo. Troppo netta la differenza tra un'Italia che doveva restare a contatto e che invece si dissolve sul più bello.
Ci si illude con Menoncello e Brex, due mete per credere che si possa ancora fare, ma è solo una fuoco di paglia. A fare la differenza è invece la sostanza francese e un uomo come Antoine Dupont.
«Se gli lasci spazio la paghi carissimo», aveva ammonito Quesada alla vigilia. E così è stato: con la complicità di una difesa non proprio aggressiva sul capitano francese, la manovra dei transalpini ha messo le basi per la fuga. Due sigilli personali per il n.9 che ha ispirato con continuità i suoi compagni lanciandoli in serie verso la meta. Due mete anche per Guillard e per l'estremo Barrè e poi Boudent, Alldritt, Bielle-Biarrey, Atissogbe e per l'oriundo Barrassi. Il pallottoliere aveva quasi esaurito le palline quando è arrivata la meta di Paolo Garbisi, frutto di un'iniziativa personale che riesce se non altro a spiegare il black out azzurro.
A conti fatti la Francia è di un altro livello rispetto al Galles, solida nei punti di incontro sin dai primi minuti e maledettamente ricca d soluzioni con il pallone tra le mani. In questo Dupont è l'ideale playmaker che se non riesci a fermare ti mette nei guai. Poi quando Galthiè ha messo in campo le forze fresche, la differenza si è allargata e nella ripresa le sei mete messe a segno la dicono lunga sul monologo senza condizioni dei galletti. Qui a mancare è la difesa. Si vedono ingranditi i difetti già abbozzati contro la Scozia e anche nelle sfide d'autunno contro Argentina e Nuova Zelanda. Del resto il livello di questa Francia non si discosta molto dalle migliori espressioni del rugby moderno.
Negli spogliatoi i musi sono lunghi e per la prima volta il volto di Gonzalo Quesada si colora con i segni della delusione: «Questa è una sconfitta che ci deve far male. In difesa abbiamo sofferto troppo. Sono molto deluso dal risultato, ma dobbiamo continuare a lavorare per essere in grado di reagire.
Mancano due partite altrettanto dure: serve fiducia per affrontarle al meglio. Il torneo non è finito qui».Michele Lamaro gli fa eco anche lui con il morale sotto i tacchi: «Hanno sfruttato ogni nostro errore, si sono presi tutto. Che ci serva da lezione».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.