Ci tocca il Belgio e non sarà facile, ma non lo sarebbe stato nemmeno se a vincere quest'ottavo di finale equilibrato e sofferto fosse stato il Portogallo, battuto di misura (1-0) grazie al colpo vincente dell'Hazard che non ti aspetti, il più giovane Thorgan, motorino del Borussia Dortmund e gregario nel telaio del ct Roberto Martinez, che con giustificate ambizioni conta di migliorare a Londra, il terzo posto al Mondiale russo del 2018. Prima però ci sono Monaco e la sfida con l'Italia.
In campo ci sono talento e classe, energia e tattica, Lukaku e CR7 ma non solo loro. Primo tempo con poche emozioni se le emozioni sono i tiri o le occasioni da gol, ma la partita è ugualmente molto bella, tesa, equilibrata, dall'elettrocardiogramma colmo di picchi. Due squadre forti, che si rispettano senza temersi. Il Belgio fa la partita, il Portogallo riparte e fino al gol di Thorgan Hazard ha i colpi migliori, come due incursioni dell'imprendibile e ritrovato Renato Sanches o la punizione-bomba di Ronaldo, sventata con difficoltà evidente da Courtois. Lukaku è più gregario che faro, ma s'infila nell'unico corridoio che il Portogallo gli lascia e serve un fallo non fischiato a Palhinha per fermarlo. L'Hazard più famoso s'incrocia di continuo con De Bruyne, ai portoghesi servono i modi bruschi per fermarli. L'arbitro tedesco Brytch lascia correre, forse troppo. Palhinha gioca davanti alla difesa, argine supplementare per la fantasia belga.
Il gol di Thorgan Hazard arriva quasi in fondo al primo tempo e nasce dal disimpegno in dribbling di Courtois ai danni di Ronaldo, tanta classe e un po' di rischio. Tre passaggi, l'ultimo di Meunier (suo compagno nel Dortmund), prima del fulminante destro in diagonale che Rui Patricio, romanista annunciato per volere di Mourinho, raccoglie solo in porta.
In avvio di ripresa, all'ennesimo colpo subìto, De Bruyne deve uscire rilevato da Mertens. Notizia fondamentale in vista di venerdì: a spanne il recupero pare improbabile. È un numero, e che numero, di Ronaldo a dare a Diogo Jota la palla per il pareggio, fallita maldestramente dal cuore dell'area belga, squarciata dall'affondo di CR7.
Il secondo tempo è meno bello del primo, più nervoso e cattivo, ma certo non meno emozionante. Il Portogallo alza ritmo e baricentro alla ricerca dei supplementari di speranza, il ct Santos cambia completamente centrocampo e attacco (con l'ovvia esclusione di CR7), ma il Belgio mostra che sa anche difendersi e soffrire e non solo dipingere. Courtois è tornato un punto di forza e quando non ci arriva lo salva il palo (su Guerreiro).
Difende anche Lukaku, che non ha tempo e modo per godersi le praterie che gli offre il canovaccio finale della sfida. Ci riproverà contro di noi, stiamone certi. Finisce con l'abbraccio tra Romelu e CR7, che sa di passaggio consegne.
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