Nella lunga marcia di Jannik Sinner il momento thrilling doveva arrivare. Era previsto perfino da lui che Madrid sarebbe stato solo un passaggio, ma quella fitta all'anca che ha trasformato il match in un piccolo calvario è un segnale che solo oggi sapremo interpretare. Insomma: la partita contro Kotov, non a caso soprannominato ammazzaitaliani (fino a ieri aveva perso solo un match con i nostri), non è stata la solita passeggiata. Il pericolo c'era: l'orario delle 20, il tetto chiuso che rende la terra ancor più scivolosa, le tante giornate passate in palestra a far legna per Roma e Parigi. Insomma il Sinner visto in campo era incredibilmente fuori fase, e quel dolore sul fianco poi ha reso tutto ancor più inquietante. Anche perché, mentre Jannik si lamentava, all'angolo Simone Vagnozzi lo rassicurava ma non troppo: «Intanto portala a casa, poi domani (oggi, ndc) vedremo». Ci sono, in pratica, consolazioni migliori. Alla fine ci ha pensato Kotov, sopra di un break nel secondo set, a sprecare la grande occasione e a farlo arrabbiare servendo da sotto: Sinner ha vinto 6-2, 7-5, ma se ottavi saranno lo deciderà la prudenza: «Non è niente di serio, ma è un problema che mi porto dietro da un po'. Vediamo cosa sarà meglio fare». Niente derby con Flavio Cobolli: l'azzurro ha perso 7-5, 6-4 con il russo Khachanov.
È stata la giornata degli irriducibili, visto che anche Rafa Nadal è sopravvissuto a un match che sembrava destinato a perdere: contro l'argentino Cachin si è trovato a lottare al terzo, e vedendolo lì sfatto e con le rughe che gli segnavano lo
sguardo, si pensava al tracollo finale. Invece Rafa è ancora vivo e (stasera) negli ottavi, «perché io, se non posso sognare, che cosa gioco a fare?». In pratica è un sogno che continua, nonostante la giornata dei dolori.
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