Maledetta o benedetta? La sosta Mondiale ora diventa salva club

Allegri, Inzaghi & Co. Squadre alle prese con tecnici in crisi e infortuni a raffica. Ma lo stop...

Maledetta o benedetta? La sosta Mondiale ora diventa salva club

Chissà mai se un giorno qualcuno racconterà: fu il mondiale che ha salvato il campionato. Il mondiale in Qatar si avvicina e così la sosta lunga della serie A. Ne avremmo fatto tutti volentieri a meno, ma il business del calcio comanda e i paludati gestori pallonari obbediscono. Erano tante le ragioni che facevano pollice verso. Soprattutto in un periodo (novembre-dicembre) dove i giocatori cominciano a rendere a pieni giri. Le ragioni? Si va dai diritti civili alle morti sul lavoro nella costruzione degli stadi fin a questioni più calcistiche: tornei interrotti, preparazioni affrettate, problematiche psicologiche poco prima dello stop (chi rischierà di farsi male?). I dubbi restano, ma un dubbio sale: e se il mondiale fosse la salvezza per la nostra serie A, devastata da infortuni e assatanata nel dispensare colpi bassi alle favorite? I club che hanno sbagliato qualcosa avranno tempo per sistemarsi meglio, i tecnici per ripassare lezioni e far ripassare concetti. Oppure il caso di Inter e Juve che stanno dibattendosi nel dubbio più banale del nostro pallone: lo caccio o non lo caccio, questo allenatore? Di solito si attende una sosta, si contano danari contanti, si cercano soluzioni pronto uso low cost. La sosta autunnale regalerà un respiro in più, un battito in più al cuore del problema.

E se un mondiale salvasse una panchina? Ci potrebbe stare se, per esempio, Allegri e Inzaghi ritroveranno qualche risultato e un po' di buona lena dai propri calciatori. Qui si parla di allenatori, ma gli strafalcioni sul campo vengono dai giocatori. Gli allocchi del conta lo schema dovrebbero pensare se contano anche i piedi e le teste di chi sta in campo. Facciamo il caso Di Maria: due giornate di squalifica per partite importanti, se non decisive, per la Juve e per il tecnico: eppur lo stipendio corre e il mondiale attende. Sarebbe il caso che i club potessero imporre veti alle convocazioni nei casi di colpevolezza dei giocatori. Espulso (a tempo) da tutto: non solo dal campionato. In aggiunta la serie A sta ponendo il caso infelice dei troppi infortuni: e qui non vale solo la gestione tecnica. Conta la buona o la cattiva preparazione fisica in una stagione forse troppo affrettata per minor tempo concesso dopo l'estate. Sono facili gli errori di valutazione. Però chissà la luna non rovesci il destino. Ci sarà più tempo per guarire i malati, salvo non arrivino giocatori troppo spremuti dal mondiale. Oggi si prospettano squadre decimate: nessuno si salva. Dare un'occhiata al Theo Hernandez bloccato prima di match importanti. La schiera degli infortunati eccellenti è lunga: la Juve fa testo.

Ma prendiamo il caso Pogba, fermo per un infortunio così mal gestito: sarebbe un vantaggio se, come dice il ct Deschamps, senza partite sulle gambe niente mondiale. Potrebbe capitare anche ad altri. E allora sarà meglio fare buon viso (leggi campionato) a cattiva sorte.

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