Ci voleva un americano, Christian Pulisic, per aprire il primo derby americano della storia. E ci voleva un milanese, Federico Dimarco, per ricordare che in fondo questo resta pur sempre il derby della Madonnina, nonostante l'invasione straniera e le americanate proposte prima del fischio d'inizio in un San Siro che, in attesa di capire quale sarà il suo futuro, si presta sempre più a vestirsi di effetti speciali.
In questa specie di discoteca su erba, c'è un uomo che ha tutti i riflettori addosso: non gioca, ma sembra condannato ad essere il protagonista del derby di fine estate. Sembra quasi che sulle spalle di Paulo Fonseca non ci sia solo questo balbettante inizio di stagione rossonera, ma ci sia l'enorme macigno dei sei derby persi dal suo predecessore che ha pagato l'idiosincrasia al derby come colpa principale per il proprio congedo.
E il tecnico portoghese nell'occhio del ciclone sorprende tutti, compreso i milanisti dalla faccia triste che sembravano andare allo stadio come al patibolo. Perché per la prima volta dopo tanti derby è l'Inter che non ci capisce nulla, che va in apnea e vede andare in tilt la difesa che ha saputo contenere il Manchester City.
In dieci minuti Pulisic, sì proprio l'americano, la ubriaca due volte e la infila senza pietà. T'he capì el Fonseca? Si saranno detti i pochi veri milanesi allo stadio: l'uomo che doveva finire impallinato è il tecnico che trova le contromisure rossonere allo strapotere inzaghiano dopo che per tante volte il derby è andato di traverso al povero Pioli. E l'esplosione dell'Inzaghi imbrigliato, al pareggio di Dimarco, la dice lunga sui tormenti passati dalla panchina interista dopo sei stracittadine trionfali. Per non parlare della corsa tarantolata quando l'arbitro assegna (e poi ritira) un rigore ai rossoneri.
Già, perché il Milan riesce a segnare per primo in un derby dopo un'era geologica. Basti dire che l'ultima volta era il gennaio del '21 , c'era ancora il vero Ibra, quello che stava in campo, e segnò proprio lui. Una rivoluzione nelle abitudini recenti del derby, perché il povero Inzaghi si vede sbucare rossoneri da tutte le parti, anche se nemmeno la cura Fonseca riesce a trasformare Leao in un bomber. E se non si capiscono tra portoghesi...
Finisce con il Milan che assedia l'Inter, con Abraham che sfiora il gol, Okafor che si mangia di tutto, finché sbuca la testa di Gabbia, gigante della partita non solo in difesa, una delle scelte
di Fonseca che hanno cambiato la storia del derby e che adesso possono cambiare quella del tecnico. Dopo sei notti fonde il Milan rivede la luce nel momento più nero. Una luce che fino a ieri sera aveva visto solo Fonseca.
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