Manca l'atleta perfetto. Ma il Coni seguirà l'oro

Manca l'atleta perfetto. Ma il Coni seguirà l'oro

Se non fosse per quegli stracci lavati in pubblico, per quella triste bega da cortile che per alcuni giorni ha visto protagoniste le nostre schermitrici di punta, anche loro sarebbero petali del margheritone in mano al presidente del Coni fra i quali, «questo sì e questo no, questa sì e questa no» scegliere il portabandiera per i prossimi Giochi di Tokyo. Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, dopo che la prima si era persino candidata al ruolo, si sono probabilmente eliminate litigando in pubblico in modo poco elegante. Difficile rientrino in corsa, benché la scelta del Coni di Malagò, che arriverà non prima di 2-3 mesi, poggi su un requisito fondamentale: l'oro. Averne vinto almeno uno ai Giochi. Per cui, le due sono ancora dentro mentre è già fuori la Cagnotto, nonostante la recente auto candidatura e l'augurio, qui accanto, di un mito come Dibiasi. Anche se il bronzo e l'argento di Tania valgono oro vista la specialità e le rivali. Questo requisito non sgombra però l'incertezza attorno al margheritone. Benché Malagò abbia questioni più urgenti da risolvere in queste settimane, mai prima d'ora nella storia recente dei Giochi estivi era infatti mancato l'atleta che per successi e carisma potesse rappresentare al meglio il nostro Paese. I nomi di Federica Pellegrini e Valentina Vezzali, solo per citare le ultime in ordine di tempo, rendono perfettamente lo spessore delle scelte passate. Per non dire, andando indietro nel tempo, di Jury Chechi, Pietro Mennea e Sara Simeoni. Tutta colpa del tiratore Niccolò Campriani, tre ori olimpici. Dopo Rio, il Coni aveva già scelto, ma l'ingegnere toscano si è ritirato. Era perfetto. Tre volte d'oro come solo lo schermidore Nedo Nadi, il marciatore Ugo Frigerio e Valentina Vezzali. Questo «contrattempo» spiegherebbe la nebbia che, rispetto alle edizioni passate, sta avvolgendo il nome del possibile portabandiera. E il fiorire di ipotesi.

La pallavolista Paola Egonu per la forza e il messaggio d'integrazione che porterebbe? Un uomo dopo le donne Vezzali e Pellegrini? Un non nuotatore dopo la regina della piscina? Se non altro, in un'epoca in cui è più facile e comodo restare sui binari del politicamente corretto, il Coni ha deciso di seguire solo il profumo dell'oro.

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