Di Matteo fa il miracolo: quattro schiaffi al Napoli È fuori dalla Champions

Un gol di Inler serve per andare ai supplementari, ma al Chelsea riesce il ribaltone. Poker anche per Mourinho, liquidato il Cska

Di Matteo fa il miracolo: quattro schiaffi al Napoli È fuori dalla Champions

La campagna inglese del Napo­li finisce nel peggiore dei modi. E il sogno si spegne, sotto gli occhi di 2.700 tifosi napoletani accorsi nel catino di Stamford Bridge, con quattro gol sul groppone, il gran­de rammarico per una qualifica­z­ione ai quarti alla portata degli az­zurri, tante occasioni sprecate e soprattutto molta ingenuità sulle palle inattive e nelle situazioni fa­vorevoli al Chelsea. Che salva l’onore delle squadre anglosasso­ni e demolisce le speranze di glo­ria della squadra di Mazzarri. Ve­ra rivelazione del torneo, se si pen­sa che ad agosto, inserita nella quarta fascia, era il vaso di coccio in un girone di ferro e poi è riuscita a regalarsi 5 mesi di calcio spu­meggiante. Almeno fino a ieri sera dove, pur non demeritando e tro­vando un Chelsea non eccelso ma affamato dopo una stagione no, subisce una pesante lezione. Qua­si come il Milan all’Emirates una settimana fa, con la sola differen­za che i rossoneri hanno salvato la pelle. Alla fine, la differenza la fa l’abitudine a giocare certe partite.

Il gol di Inler è l’unico che i parte­nopei riescono a segnare, ma non è sufficiente di fronte a un Drogba tornato in grande spolvero (an­che se regala qualche sceneggiata di troppo quando viene toccato dagli avversari). Il Napoli aveva anche approcciato al meglio la partita: grande attenzione nelle chiusure difensive, attaccanti che si sacrificavano nel rientro ma che poi provano a partire. La squadra di Mazzarri conclude almeno die­ci volte verso il portiere Cech, tre nello specchio con l’estremo del Chelsea preciso negli interventi. Le ripartenze fanno male agli in­glesi, che non giocano benissimo anzi paiono quasi intimiditi di fronte al piglio dei napoletani.

In­somma, Lavezzi e compagni meri­terebbero il gol che poteva sterza­re subito il match, ma i solisti az­zurri sembrano avere le polveri ba­gnate. La svolta arriva però con l’im­provviso guizzo di Drogba: l’ivo­riano sfoggia le sue doti di grande centravanti sfruttando il cross di Ramires- fino a quel momento an­nullato da Maggio- e anticipando Aronica di testa. Il Napoli diventa così la terza vittima italiana nelle Coppe dell’attaccante dei Blues dopo l’Inter e laJuve.Prima del ri­poso Campagnaro e Cannavaro mettono più di una pezza per evi­tare il bis della punta africana. La rete dà fiducia a un gruppo rinfran­cato da Di Matteo, che forse non avrà guarito pienamente il Chel­sea, ma almeno gli ha fornito quel­la grinta sparita nell’era di Villas Boas. Che il vero problema della stagione con più ombre che luci fosse il tecnico portoghese, lo si è capito ieri sera.

I senatori- veri av­versari nello spogliatoio dello Spe­cial Two - prendono per mano la squadra nella serata più importan­te della stagione. Dopo il gol di Drogba, tocca infatti a Terry - che uscirà con i crampi - inserirsi pe­rentoriamente in area e sorpren­dere De Sanctis e la difesa. La squadra di Mazzarri ha il me­rito di non abbattersi, anzi a quali­fi­cazione che sta sfuggendo si rim­bocca le maniche. Il colpo da ma­nuale di Inler (tiro teso che passa tra le gambe dei difensori di casa e lascia inerme Cech). Il soldatino del centrocampo è colui che nella passata stagione, quando vestiva ancora la maglia dell’Udinese se­gnò un gran gol al Napoli ma non esultò forse perché sapeva già di vestire l’azzurro.

Nella battaglia, Lavezzi e Cava­ni faticano a trovare spunti, così il Napoli- pur non ritraendosi a dife­sa del minimo svantaggio e dando sempre l’impressione di poter col­pire - non riesce a fare il bis che chiuderebbe la pratica. È invece Dossena a fare un pasticcio quan­do tocca con la mano in area, rega­lando a Lampard il rigore che por­ta ai supplementari.

Torres, rispolverato per l’occa­sione, è il protagonista principale con due errori sotto porta (il pri­mo dopo un’avventata uscita di De Sanctis). Ma è Ivanovic, solo so­letto in area, a rimettere in sesto la qualificazione degli inglesi. Il so­gno finisce, ma grazie lo stesso. De Laurentiis può essere fiero dei suoi.

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