Messi, l'ultimo tunnel "Barça resto, ma...". Le ombre sul futuro

Leo chiude il tormentone: "Volevo andare via...". Adesso rinnova o si libera a parametro zero?

Messi, l'ultimo tunnel "Barça resto, ma...". Le ombre sul futuro

Ha tenuto sulle corde i tifosi catalani per cinquecento lunghe ore. Ha generato incertezze, disegnando sogni di mercato di City, Psg, Inter e Juve per 21 giorni. Alla fine Leo Messi ha deciso di rimanere a Barcellona, forse addirittura oltre la naturale scadenza del 2021. L'ha fatto attraverso un'intervista rilasciata al giornalista Ruben Uria e pubblicata in rete ieri alle 18, il cui conto alla rovescia ha generato sui social e tra i media aspettative al cardiopalma. Si è conclusa la più rovente telenovela sportiva dell'estate di cui si abbia notizia. Una soap opera ricca di colpi di scena, zeppa di proclami e di smentite, dove l'unico vero protagonista, l'asso argentino, è rimasto in silenzio da quell'infausto 14 agosto, giorno in cui il suo Barcellona è stato umiliato 2 a 8 dal "todopoderoso" Bayern.

«Mai andrei in giudizio contro il club della mia vita, per questo motivo ho deciso di rimanere - ha spiegato - Dopo la sconfitta di Lisbona ho vissuto momenti di grande tensione e ho preferito prendere tempo e rimanere in silenzio». In realtà erano mesi che l'argentino chiedeva al presidente di ringiovanire la squadra, di dare uno scossone. «Ho fatto presente più volte al club della mia volontà di andare via per tutto l'anno. Volevo una nuova sfida e non per il risultato contro il Bayern in Champions. L'ho detto al presidente Bartomeu e mi ha sempre risposto che a fine stagione avrei potuto decidere se restare o andare via, ma non ha mantenuto la parola data. Lui non ha mai voluto parlare del mio futuro, e così sono stato costretto a inviare quel burofax». Secondo Messi era l'unico modo per cercare attenzione, «e mi dispiace se ho fatto soffrire i tifosi e piangere i miei familiari. Mi rivolgo a tutti, confermando la mia volontà di rimanere ancora per molto tempo e di vincere tantissimi trofei. Barcellona è casa mia».

La giornata di ieri si era aperta con un comunicato di Jorge Messi, dove per l'ennesima volta il padre-agente del calciatore aveva sostenuto l'irregolarità della clausola rescissoria da 700 milioni di euro. «Si è estinta al termine della scorsa stagione, come precisato nel contratto». Affermazioni che hanno finito nuovamente per sbattere contro il muro eretto dal Barça e dai vertici della Liga. Il comunicato di papà Messi non ha però spostato di una virgola la decisione che Leo aveva già preso almeno mercoledì: quella di rimanere in maglia azulgrana e provare a credere, almeno per una stagione, al progetto rivoluzionario di Koeman. Un progetto che, con la presenza della Pulce, potrebbe però cambiare sensibilmente. Leo ad esempio vorrebbe la conferma dell'inseparabile amico Luis Suarez (promesso alla Juve) e uno sforzo del club per arrivare a uno tra Lautaro Martinez e Sadio Mane. Tutto questo mentre il presidente Bartomeu non ha neppure il tempo di festeggiare, travolto dalle indagini della polizia catalana su presunte appropriazioni indebite.

Ironia della sorte, chi avrebbe dovuto partire resta e chi sembrava ben sistemato sullo scranno rischia di dimettersi.

Messi dovrebbe riprendere gli allenamenti lunedì, tornando a vestire la maglia numero 10 nell'amichevole di sabato prossimo contro il Nastic di Tarragona.

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