Messi, Salah, Lewandovski I big steccano in Champions

Pochissimi gol nelle prime gare di coppa, crolla la media dello scorso anno. Benzema e Mbappè unica eccezione

Andrea Bonso

AAA gol in Champions League cercasi. L'appello si è reso necessario dopo le prime sei sfide di andata degli ottavi di finale, dove si è segnato troppo poco per un palcoscenico come questo. E i numeri confermano tutto ciò: quest'anno la media gol è crollata. Sono state realizzate appena 11 reti per una media totale di 1,83 a partita, con sei squadre su dodici che hanno terminato la gara senza segnare. Numeri in picchiata rispetto alla scorsa stagione, dove la media era quasi doppia (3,38). E se è difficile segnare nei 90' minuti, nei primi 45' sembra addirittura impossibile: tutti i primi tempi delle sei partite sono finiti senza alcun gol.

In questi ottavi sono rimasti a secco quasi tutti i bomber europei: gli unici a timbrare il cartellino sono stati Benzema e Mbappé, mentre tutti gli altri sono rimandati alle gare di ritorno, gare che questa volta non possono sbagliare.

Ad esempio, il tridente del Liverpool ci ha abituato a cose ben diverse da quelle viste contro il Bayern. Se Mané, Salah e Firmino (martedì però febbricitante) avessero giocato sui loro livelli, per la difesa tedesca sarebbe stata una serata molto meno tranquilla. Dall'altra parte, però, i ragazzi di Kovac non hanno approfittato delle assenze difensive del Liverpool, in primis il gigante Van Dijk. Contro la coppia Matip-Fabinho, e non Beckenbauer-Schwarzenbeck, Lewandovski&Co non hanno di certo giocato la miglior partita della loro carriera.

Neppure il Barcellona, però, ha incantato contro il Lione. Nonostante fosse la favorita, la squadra di Valverde non è riuscita ad avere la meglio sui francesi, che comunque quest'anno hanno battuto City e Psg. Ma ciò che preoccupa in casa blaugrana è che se Messi non gira, nessuno fa gol, in particolare Luis Suarez, che in Europa convive con una vera e propria maledizione: non va a segno in trasferta dal lontano 2015. In totale sono 16 gare, oltre 1500 minuti di astinenza, quasi 4 anni di carestia: l'ultimo gol a Roma il 15 settembre 2015. E nemmeno in Liga le cose vanno benissimo: ultima rete oltre un mese fa. È tempo di ricaricare le cartucce per il Pistolero, perché per la missione triplete Valverde non può contare solo sul genio di Messi.

Un po' quello che fa a Manchester Solskjaer, che dal suo arrivo ha rivoluzionato i Red Devils affidando le chiavi della squadra a Paul Pogba, tornato finalmente sui livelli di Torino. Il «Polpo» però ha tradito nel momento più importante: poco incisivo e rosso pesantissimo nel finale contro il Psg.

Mal comune, mezzo gaudio, se si tiene conto che nemmeno il miglior attacco della Bundesliga (54 reti) è riuscito a segnare. Il Borussia a Wembley ha creato poco ed è incappato nella peggiore prestazione stagionale.

Così il Tottenham non si è fatto pregare, segnando tre gol (più del 25% dei gol segnati nelle sei gare) e ipotecando il passaggio del turno. E pensare che giocava senza il suo principe Harry Kane.

L'appello comunque è stato lanciato, ora tocca ai bomber stopparlo e trasformalo in gol. Perché loro sanno come si fa.

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