Clamoroso a Marassi: il Milan non prende gol. È vero, non riesce neanche a farne uno. Lo 0 a 0, assente da ben 35 turni, un record addirittura, riappare e sembra in qualche modo premiare la ritrovata trincea difensiva rossonera. Ma attenti a non lasciarsi ingannare dalle immagini di Marassi e dal pareggio di ieri sera che può rappresentare un bel passo avanti della Samp e non invece un progresso milanista. E infatti non approfittare delle sconfitte di Roma e Fiorentina è l'ennesimo rimpianto di una stagione scandita dalle occasioni perdute, almeno in classifica. E così l'inseguimento al terzo posto (la distanza è di 9 punti) diventa sempre più complicato per il Milan e lo stesso Allegri che può solo rifugiarsi nel valorizzare un po' di ragazzotti del vivaio per meritarsi eventuali e improbabili, al momento, chances di rinnovo di fiducia. È vero, il trio gioventù, schierato per la prima volta in attacco nella stessa partita, con Niang per la prima volta titolare in campionato, non incanta e non riesce mai a rubare l'occhio. Però forse è il caso di puntare i riflettori su un altro giovanotto classe '92, si chiama Mattia De Sciglio e firma progressi partita dopo partita, giocando a destra o a sinistra, persino da centrale fa la sua bella figura.
El Shaarawy non è spumeggiante come nel primo semestre della stagione, Robinho che gli subentra deve ancora scaldare i motori, così il Milan che a stento, e grazie anche al miglior Abbiati, riesce a tenere vergine la porta, può soltanto spaventare Romero con Niang e Boateng. Niente di più, niente di meglio. La Samp continua, sullo slancio del successo eroico (parole di Delio Rossi), a fare punti: quattro in due sfide, tra Juve e Milan. È la conferma di una vitalità ritrovata, grazie al suo condottiero che ha sistemato gambe e testa dei suoi.
Le tracce della fatica di Torino sui muscoli milanisti sono quasi subito evidenti. E non solo perché a metà della prima frazione Ambrosini, recuperato con eccesso di ottimismo, deve arrendersi all'età e agli acciacchi (al suo posto Flamini). A stupire, fino a un certo punto, è semmai l'aggressività della Samp che consuma il meglio delle proprie energie con una striscia di proficue occasioni (De Silvestri e Icardi dal limite, Eder su punizione nei primi dodici minuti) respinte tutte, con abilità indiscussa, da Abbiati che sembra così rispondere alle tante, troppe censure riservate a lui e Amelia, con questo tris promettente. Le tracce della sfida di coppa Italia sono evidenti nei ritmi dei rossoneri ma non costituiscono la spiegazione di qualche inefficienza milanista (per esempio la posizione di Niang, troppo defilato a destra per risultare utile alla patria) che parte da Boateng, passa da Bojan che promette tanto e mantiene pochissimo, specie al culmine di un prodigioso contropiede con cui si chiude la prima frazione e si conclude con El Shaarawy. È la prima prova deludente del giovanotto rivelazione della stagione milanista e del campionato: zero tiri in porta, tocca pochi palloni, sbaglia interventi elementari, costringe Allegri alla logica sostituzione (avvenuta a metà della ripresa con Robinho).
Se valesse questa pratica, cioè al primo scarabocchio fuori, Mexes meriterebbe l'identico castigo (specie dopo aver regalato palla in disimpegno difensivo a Eder) ma in questo caso Allegri non può farlo: in panchina non ha ricambi all'altezza. Per fortuna di Abbiati e della compagnia rossonera, nella circostanza Icardi, lanciato a rete comodamente, non trova la mira felicissima mostrata contro la Juve.
Se si appisola El Shaarawy (ma forse si tratta soltanto di banale stanchezza e magari merito dell'attenta marcatura di De Silvestri), si sveglia nella ripresa il francesino, Niang, con un paio di percussioni che mettono pepe finalmente alla pietanza calcistica del Milan. Entrambe le volte il portiere Romero mette una pezza: la prima su un tiro-cross, la seconda sulla rasoiata di Boateng rimesso in moto dal cross di Bojan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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