Hazard, Pepé, Osimhen, Origi, Digne, Gervinho, Leao. Volendo la lista è lunga, ma nonostante questa tradizione fatta di plusvalenze e laute ricompense - grazie ai tanti giocatori disseminati ogni anno in Europa - il Lille appena due stagioni fa era precipitato in piena crisi, accusando un debito finanziario di 249 milioni di euro. In quell'occasione la scialuppa di salvataggio arrivò dal fondo Elliott di Paul Singer (e da un altro attore finanziario), attraverso un prestito da 117 milioni (da ripagare entro agosto 2021), erogato non al club, bensì direttamente a Gerard Lopez, presidente e principale azionista. Un aiuto indispensabile per l'aumento di capitale, senza però nessuna quota societaria, né tantomeno un controllo diretto. Non a caso già un mese fa il fondo Elliott ha smentito ogni conflitto d'interessi in vista della partita odierna tra Milan e Lille in Europa League (ore 21, Sky e Tv8), sfida che potrebbe vedere all'opera l'ex di turno, Rafael Leao, costato ai rossoneri 35 milioni, in ballottaggio con Rebic. Anche se Pioli si affida al gruppo e quindi al turnover: «Sono convinto delle qualità dei miei, ma siamo come quelli che scavano un pozzo per cercare l'acqua: fin quando non raggiungi la sorgente, non ti devi fermare. E noi dobbiamo ancora scavare tanto».
Quella tra Milan e Lille è una situazione ben diversa da quella esaminata dall'Uefa durante l'Europa League 2018/2019, quando nel girone si ritrovarono Lipsia e Salisburgo, entrambe marchiate Red Bull e a forte rischio secondo le regole di integrità di Nyon, con l'impossibilità per due club con lo stesso proprietario di disputare la medesima competizione. Il via libera arrivò dopo un'investigazione, che identificava la proprietà solo nel club tedesco e solo una sponsorizzazione con quello austriaco.
Invece di recente un altro caso ha sconfinato nel basket, dove Stefano Sardara, già patron della Dinamo Sassari e detentore delle quote della Basket Torino, ha dovuto fronteggiare il possibile ripescaggio in Serie A dei piemontesi. Una possibilità negata dai regolamenti, tanto che Sardara è diventato socio con il coach turco Ergin Ataman, prevedendo la cessione di tutte le quote in caso di promozione. Un'operazione che alla pari potrebbero fronteggiare anche Lotito (Lazio in A e Salernitana in B) e De Laurentiis (Napoli in A e Bari in C).
Più indietro nel tempo una situazione spinosa riguardò la Nba nel 2011, quando il commissioner Stern bloccò il passaggio di Chris Paul ai Lakers con accuse di favoritismi perché allo stesso tempo ricopriva la carica di proprietario dei New Orleans Hornets, rimasti orfani dopo l'addio di George Shinn. Lo scambio fu fermato per basketball reasons. Tradotto, per non minare l'appetibilità del club sul mercato dei nuovi compratori.
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