È come un bolide di Formula Uno rimasto con poche gocce di benzina nel serbatoio. Il Milan ha girato a tutto gas dal 13 giugno del 2020 fino a gennaio 2021: non si può essere al comando della classifica per tutto il girone d'andata e un pezzo di quello di ritorno senza meriti riconosciuti dalla concorrenza oltre che dai critici. Dalla sciagurata serata di La Spezia ha cominciato a perdere colpi e punti, convinzione e sicurezze. Adesso rischia di restare fuori dalla Champions, risultato mai accaduto nella storia del torneo per chi è stato campione d'inverno. Quella dell'Olimpico, con la Lazio, è stata la settima sconfitta del 2021 durante il quale la collezione di punti si è assottigliata pericolosamente. Ma soprattutto è venuta meno la sequenza dei successi fuori da San Siro che avevano smantellato l'analisi superficiale di chi sosteneva nei giorni della sua corsa in testa come la conseguenza degli stadi vuoti. Coincidenze, solo coincidenze. Perché adesso gli stadi sono sempre vuoti e il Milan ha incassato la seconda sconfitta in viaggio.
Dal giorno degli schiaffoni rimediati con lo Spezia, il Milan di Stefano Pioli è uscito dalla sua comfort zone. Due i fattori decisivi: la stanchezza maturata per aver giocato, senza soluzione di continuità, anche tre sfide supplementari per entrare nel girone di Europa league e l'assenza di Ibrahimovic prolungata ogni aspettativa (17 presenza su 33, quasi il 50% con 15 gol, quasi uno a partita). E se nella prima parte della stagione, il gruppo è riuscito a non accorgersi quasi del distacco da Zlatan, nel ritorno lo svedese fermo ai box è diventato un deficit maggiore perché nello stesso periodo sono precipitati i contributi di alcuni protagonisti, da Calhanoglu (dopo il Covid non è stato più lui) a Bennacer, da Rebic a Leao, per non parlare di Theo Hernandez mentre Mandzukic è risultato nullo a causa del lungo infortunio.
Persino la difesa, imbullonata attorno a Tomori come sostituto di Romagnoli, ha cominciato a perdere quella solidità che era stata una garanzia. Donnarumma ha compiuto come al solito molte prodezze e qualche sciatteria ma è finito nel mirino dei social e dei tifosi per il silenzio rumoroso a proposito del contratto. Nella notte dopo Lazio-Milan gli è finita addosso una valanga di fango e di polemiche per via di un filmato in cui, sorridente, scambiava a fine partita qualche parola con l'ex sodale Pepe Reina. Svanita la pista parigina (il Psg ha rinnovato il contratto di Navas), è rimasta in piedi quella juventina che avrebbe avuto un tot di fattibilità con la SuperLeague (300 milioni più in cassa). Senza, con la necessità di dover piazzare Szczesny (stipendio da 6,5 milioni netti l'anno più 2 di competenze per il suo agente) in Inghilterra e 100 milioni di plus valenze da realizzare (Paratici dixit) l'operazione non è la priorità.
Eppure Raiola aspetta e spera mentre Donnarumma risponde alla rivolta dei social promettendo pronto riscatto. Certo giocare la prossima decisiva edizione di Juve-Milan senza un chiarimento sul proprio destino sarà per lui come camminare su un sentiero di carboni ardenti.
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