Nostro inviato a Torino
Tevez ti stordisce, Morata ti demolisce. Juve-Milan finisce secondo logica della classifica e della bontà calcistica: una squadra contro un'idea, gente affamata e assatanata contro gente senza copione. Talvolta conta anche avere un allenatore di esperienza in panchina. Tevez ha segnato il suo quinto gol (dei 14 in campionato) nel solito primo quarto d'ora, il Milan ha tirato in porta dopo 18 minuti. La Juve rispetto ai rossoneri ha devastato nel numero dei tiri, in porta e fuori. Diego Lopez è stato il migliore dei suoi. Tevez aveva la febbre ed è stato un diavolo, il Milan è un Diavolo ma non se ne accorge nessuno.
La Juve per un tempo ha giocato in dodici: Essien l'ha gratificata di gentili omaggi, svirgolate e svarioni compreso un colpo di mano in area, proprio nei 5 minuti finali, che poteva indurre l'arbitro al rigore. Il Milan ha giocato come sempre, cioè tra incertezze, errori, divagazioni e qualche momento di calcio: che sia il tecnico a non saper insegnare o i giocatori a non recepire, ormai non fa più la differenza. La partita si è inquadrata nella logica calcistica di tutto il campionato: Juve quadrata, Padoin a fare il terzino destro, gli altri a gestire il match secondo usi e costumi. Diverso il Milan, impostato su un centrocampo improbabile e muscolare, una difesa mai vista con le novità Antonelli e Paletta, il resuscitato Zaccardo e lumacone Alex. Attacco imperniato su Menez che, dopo mezz'ora, se n'è andato senza aver lasciato segno per nausea (della partita?) e vomito. Honda a gestire la trequarti e Cerci la fascia. Risultato: il solito quarto d'ora da carro armato della Juve ha prodotto il gol di Tevez e la padronanza della partita. Poi ci sono stati il gol del Milan, il palo di Marchisio, la rete di Bonucci, ma tutto racchiuso nella sensazione che fosse la Juve a gestire ritmi e toni, calcio da battaglia e tempi di recupero fisico. Il Milan si è adeguato cercando di sfruttare qualche debolezza avversaria, che il gol in spizzata dalla testa di Antonelli, su un cross finalmente decente di Cerci, ne ha fatto intuire le tracce.
Per il vero la Juve ha pescato il primo gol, che fa record nei suoi quarti d'ora (ora sono 10 reti), grazie all'apocalittica sbadataggine di Alex (testa assist per Morata a centrocampo) e al dubbio di un fuorigioco: Tevez, pescato da Morata, è volato via in contropiede calciando in gol secondo manuale del grande giocatore. A centrocampo pascolava Zaccardo, centimetro più- centimetro meno, sulla linea di gioco e fuorigioco. Per l'arbitro tutti in gioco. Buon per il Milan che la Juve ha mantenuto il suo passo senza scatenarsi. Brividi certo, ma niente più. E la gente di Inzaghi ha messo insieme azioni più che gioco. Da una di queste la firma di Antonelli, che non poteva chiedere di meglio all'esordio: il suo alzarsi d testa ha pescato Vidal bella statuina, Buffon incatenato alla porta. Milan che, proprio sulla fascia del nuovo arrivato, ha trovato buone soluzioni, mentre Cerci ha giocato le sue solite partite contro la Signora: tanto fumo e niente personalità.
Però la Juve è la Juve non solo per determinazione e carattere, ma pure per la bontà tecnica dei giocatori. E, in tre minuti, ha ribaltato tutto: ritmo e pressione e subito Marchisio al tiro, deviato da Diego Lopez con l'aiuto del palo. Un minuto più tardi per veder Bonucci toccare in gol una palla deviata dalla testa di Tevez. Risultato rimesso in sesto, centrocampo bianconero a pieno regime, Tevez ancora al tiro. Di tutto un po' per non permettere al Milan di credere nei miracoli. E per farsi intendere ci si è messo anche Buffon, dopo 8 minuti della ripresa, nel respingere un tiro a Pazzini, pescato da Antonelli, a sua volta omaggiato da Marchisio(!).
Ecco errori e imprecisioni si sono sprecati e hanno reso ancor minore il rango della partita. Ma rapacità e velocità di Tevez (ammonito, salta Cesena) e Morata sono sempre state in agguato. È bastato attendere per vedere aprirsi le acque milaniste. Marchisio, impenitente, ci ha riprovato ma il palo lo ha sbeffeggiato, salvo lasciar correre palla sul piede di Morata e in gol. Per lo spagnolo la quinta rete (ieri gliene hanno annullato due in fuorigioco), per la Juve la vittoria numero 17 su 23 partite. E Allegri ha raddoppiato i suoi successi: sul Milan e su Inzaghi. Non per caso.
Marcatori: 14'pt Tevez, 28'pt Antonelli, 31'pt Bonucci; 20'st Morata.
Juventus: Buffon, Padoin, Bonucci, Chiellini, Evra, Marchisio (39'st Ogbonna), Pirlo, Pogba, Vidal, Tevez (46'st Llorente), Morata. All. Allegri.
Milan: Diego Lopez, Zaccardo (33'st Rami), Alex, Paletta, Antonelli, Poli (17'st Bonaventura), Essien, Muntari, Honda, Menez (37'pt Pazzini), Cerci. All. Inzaghi.
Arbitro: Damato.
Ammoniti: Essien, Padoin, Tevez.
Spettatori: 40.123 per un incasso di 1.894.844 euro.
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