«Anche chi non capisce tanto di calcio vede i problemi che ci sono». Una delle frasi simbolo del dopo Milan-Cagliari firmate da Sergio Conceiçao può diventare il manifesto dell'attuale momento milanista. Documentato tra l'altro da pochi ma significativi numeri che sono i seguenti: 24 tiri complessivi contro i 6 del Cagliari, indirizzati verso la porta 11 contro 2, un solo gol dopo una traversa e un palo. È vero: il primo tempo («il più brutto da quando alleno» altra stoccata del tecnico portoghese) è stato di discutibile efficacia ma il punto resta sempre lo stesso. E cioè a fronte di una mole di gioco offensivo prodotto, la miseria di un solo gol ottenuto. Firmato da Morata che viene accusato di riempire poco l'area di rigore ma che quando si trova in quella posizione difficilmente sbaglia. Il punto allora è, da qualche tempo e nonostante il recupero di Pulisic, sempre lo stesso: il Milan fa pochi gol. E questa realtà riconduce velocemente alla strategia del calcio-mercato invernale dal quale emergono notizie e indiscrezioni che confermano questa tesi. L'obiettivo Rashford è sempre il più attendibile anche se dal fronte della Premier league è spuntata la pista Walker, difensore laterale e capitano della nazionale inglese, 32 anni, che ha comunicato ufficialmente a Guardiola di voler lasciare il City. Per far entrare le due nuove pedine ci sarà bisogno di far partire prima Okafor (destinazione Lipsia) e poi anche Jovic (questioni di lista).
Dall'avvento di Conceiçao, il focus dei media si è spostato dalle questioni tecniche a quelle formali. E cioè i pochi ma radicali cambiamenti intervenuti nella gestione degli allenamenti. E cioè sedute più lunghe, doppia razione giornaliera in alcuni momenti, il ritiro a Milanello prima di una sfida domestica a San Siro, la scelta di confermare come capitano Mike Maignan anche in presenza di Calabria come puntualmente avvenuto contro il Cagliari. Va bene: sono correttivi che possono portare a un maggiore coinvolgimento del gruppo, alcuni del quale si erano staccati durante la gestione Fonseca. Ma poi quello che serve è la precisione chirurgica sotto porta. E Abraham, da questo punto di vista, non è una risorsa. Altra frase di Sergio: «Alcune volte gli attaccanti cercano la giocata generosa per favorire un altro compagno, va bene questo aspetto ma nel calcio bisogna rincorrere la semplicità». È un'altra questione su cui intervenire proprio per evitare che si privilegi lo stile a dispetto della concretezza. E da ora in poi, per via dei 4 pareggi domestici consecutivi, il Milan dovrà recuperare i punti persi fuori casa a cominciare dai due prossimi viaggi, uno fuori porta a Como e l'altro, il più atteso dopo la semifinale di Supercoppa d'Italia a Riad, con la Juventus a Torino.
In vista di questi due impegni ravvicinati (martedì e sabato della prossima settimana) servirebbe anche un virtuoso turn over in modo da non stressare il gruppo centrale (Fofana e Reijnders) che sta tirando la carretta da mesi, senza riposo alcuno.
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