Modric e la rivincita della Croazia: "Dovevano essere più umili..."

Il capitano croato che rivela come lo "snobismo" della stampa inglese, forse ancora affetta dal "complesso dei Maestri", abbia motivato la squadra a dare il massimo

Modric e la rivincita della Croazia: "Dovevano essere più umili..."

Luka Modric, cuore di capitano. Se la Croazia ha stroncato, con una rimonta fantastica, le ambizioni dell’Inghilterra è colpa (o merito, a seconda dei punti di vista) di uno dei più grandi limiti, congeniti, del calcio inglese: il complesso dei "Maestri".

Modric, come riporta il Guardian citando l'intervista che il centrocampista del Real Madrid ha rilasciato a Itv, ha spiegato chiaramente come lo “snobismo” dei media e degli addetti ai lavori inglesi si sia trasformato in rabbia ardente nelle vene dei calciatori slavi che, non a caso, sono soprannominati “Vatreni”, i focosi. Spingendoli, dritti dritti, all’impresa sportiva che ha fatto impazzire Zagabria.

“Ci hanno sottovalutato tutti stasera ed è stato un grosso errore. Abbiamo letto e ascoltato quello che diceva la stampa inglese e tra noi ci dicevamo: vedremo sul campo chi sarà stanco. Avrebbero dovuto essere più modesti e avrebbero fatto meglio a rispettare di più i loro avversari”. Ha spiegato il centrocampista prendendosi la rivincita su chi, già prima della semifinale di Mosca, dava lui e i suoi compagni per spacciati.

Del resto erano anni che a Londra e dintorni non si respirava un entusiasmo così vivo come quello suscitato dalle imprese dei Tre Leoni del nuovo corso di Southgate. Unita, tutta l’Inghilterra, da un solo grido: “It’s coming home”, il calcio sta tornando a casa. Ecco, proprio qui nelle ragioni di quell'entusiasmo, nel coro più cantato dai sudditi di Sua Maestà che si annida l’unico e clamoroso "difetto" che nemmeno il completo restyling voluto dalla Federazione dei Tre Leoni è riuscito a debellare: il “complesso” dei Maestri.

Lo stesso che, per intenderci, ha portato l’Inghilterra a figuracce internazionali già dal loro esordio mondiale, in Brasile, nel ’50. Quando, snobbando la buona volontà della pur abborracciatissima rappresentativa degli Usa, finirono per farsi abbattere (0-1) dal testone di un cameriere belga-haitiano, Joe Gatjaens. Altro che la “nostra” Corea.

Intanto la Croazia si gode un successo che, a prescindere da come andrà domenica contro la Francia del mostruoso Mbappé, è già storico. Mario Mandzukic, Luka Modric, Ivan Perisic, Ante Rebic e compagnia hanno già fatto meglio dei “mostri sacri” dello sport croato, gente come Davor Suker, Zvonimir Boban, Mario Stanic, Robert Prosinecki.

Infatti la nazionale del cittì Dalic ha già superato il miglior piazzamento mondiale della storia (breve ma prestigiosa) della nazionale croata che nel ’98, alla prima partecipazione dall’indipendenza, si piazzò terza, alle spalle del Brasile favoloso di Ronaldo e dei transalpini padroni di casa.

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