
Cartesio diceva che la perfezione dei numeri è molto rara, quanto gli uomini perfetti. Ai tempi non si giocava a calcio, ma già forse si sospettava che ci saremmo ritrovati qui a commentare lo sprofondo del pallone italiano in Europa. Che la cosa faccia piacere a qualcuno (recentemente l'Ad della Lega di serie A De Siervo ha affermato che troppe squadre nelle coppe danneggiano il campionato, magari starà festeggiando), non toglie che appunto ci sono cifre desolanti. Per esempio: mettendo insieme le tre squadre che hanno fatto fuori le nostre nei playoff di Champions il monte ingaggi non fa neanche tutto quello della Juventus, con un computo totale nella somma con Milan e Atalanta che supera il 194% per cento rispetto alle rivali belghe e olandesi, ovvero 272 milioni di euro contro poco più di 92. Peggio poi ancora va se si considera quanto speso per gli acquisti di questa stagione, perché 419 milioni contro 91 e mezzo, fa il 359 per cento in più.
Certo, i soldi non sono tutto, perché sennò sarebbe troppo facile. Ma aiutano a capire: il resto che vedete nella tabella allegata è sconfortante e certifica il fallimento di un sistema che dovrebbe essere analizzato a fondo. Tra le tre, in pratica, meglio l'Atalanta (con i conti) ma non troppo sul campo: il Bruges ha speso un terzo sul mercato e alla fine a prodotto tre volte in due match, sei gol a due. E poi nella somma dei saldi di mercato da una parte c'è il segno più delle squadre che hanno passato il turno, e dall'altra un peso meno che diventa un fardello di cui è difficile liberarsi. Con una differenza di 250 milioni: un quarto di miliardo.
Insomma: in attesa del solito annuncio di Stati generali e tavole rotonde sul calcio italiano ad ogni disastro arriva la promessa che sfuma nel tempo fino al successivo sfacelo qualcuno dovrebbe farsi una domanda. In fondo i nostri dirigenti dicono di essere bravi a far di conto, e sicuramente ci metteranno una pezza, nonostante i 4 miliardi e seicento milioni di debiti che pende sulla testa di tutto il nostro sistema. Ma tra una ricapitalizzazione e l'altra, invece di pensare ai numeri del ranking per avere una quinta squadra nella Superlega della Uefa, forse sarebbe stato il caso di cominciare a mettere insieme i dati di cui sopra ammettere di aver fallito.
Ma si sa, come qualcuno ha detto nel Trono di Spade, se in guerra bastassero i numeri, i matematici governerebbero il mondo. Forse è vero: ma visti i risultati forse è arrivato il momento di consegnare il pallone a un algoritmo.
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